Nella giornata di domenica, la Wayback Machine è risultata irraggiungibile per molti di coloro che hanno visitato il portale alla ricerca dei contenuti online in passato. A spiegare la causa del down è stato l’Internet Archive (che cura il progetto), con un post su X che riportiamo di seguito in forma tradotta.
Ci scusiamo, ma una breve interruzione di corrente in uno dei nostri data center e l’impatto dei fattori ambientali hanno fatto sì che la Wayback Machine sia risultata down e Internet Archive abbia traballato.
Wayback Machine down per il caldo californiano
Molti hanno temuto fosse l’esito di un nuovo attacco DDoS, simile a quello subito poco più di un mese fa, rendendo la risorsa irraggiungibile. Questa volta, invece, ci si è messo il clima. E, in prospettiva, è anche peggio.
Nell’area di Sacramento, le temperature hanno superato i 43 gradi. Un livello tale da mettere a dura prova non solo la popolazione, la fauna e le culture, ma anche i data center, a conti fatti degli enormi edifici pieni di dischi e di calcolatori operativi 24/7, che già in condizioni normali necessitano di impianti dedicati per dissipare la grande quantità di calore generato.
Il cloud, i data center e il clima
I big del mondo online e del cloud, ormai da parecchio tempo cercano soluzioni innovative e sostenibili per affrontare la questione. Ad esempio, Microsoft ha condotto per anni (e abbandonato di recente) un progetto dedicato all’installazione di server sottomarini, sfruttando così le peculiarità di questo particolare ambiente per risolvere il problema.
Tornando al down della Wayback Machine, è durato circa cinque ore, poi il portale è tornato pienamente operativo. Lanciata nel 2001, l’iniziativa oggi raccoglie oltre 866 miliardi di pagine salvate nel tempo, altrimenti perdute per sempre, accessibili attraverso una semplice ricerca su web.archive.org. Ecco la prima fotografia disponibile di Punto Informatico, risalente al 27 novembre 1999.