Waze, l’app dedicata alla navigazione satellitare e alla condivisione di informazioni riguardo al traffico acquisita nel 2013 da Google, è finita nel mirino delle forze dell’ordine statunitensi: a non piacere ai poliziotti il fatto che fornisca (o meglio, che permetta agli utenti di condividere) informazioni dettagliate relative ai loro pattugliamenti e ai loro posti di blocco.
L’app gratuita che offre un servizio di navigazione, infatti, permette ai propri utenti di condividere informazioni sul tragitto percorso: incidenti, traffico, autovelox, condizioni climatiche e la presenza di agenti di polizia .
Questa volta, infatti, la questione è diversa da quella legata alle app che avvertono a proposito di sistemi di rilevamento della velocità o dei posti di blocco sulle strade, utilizzate dai guidatori per sfuggire ai controlli.
Secondo gli agenti a stelle e strisce Waze finirebbe per costituire una vera e propria forma di pericoloso stalking nei loro confronti, che potrebbe portare ad altri fatti di cronaca come quelli che hanno visto due mesi fa due poliziotti del Dipartimento di New York uccisi nella loro auto, con il colpevole che ha postato un’immagine della schermata dell’app con una serie di minacce rivolte alle forze dell’ordine.
“La comunità della polizia – ha dichiarato lo sceriffo Mike Brown della contea di Bedford, Virginia, nel corso dell’incontro di Washington dell’Associazione Nazionale degli Sceriffi – deve riuscire a coordinarsi per far sì che Google si comporti da cittadino responsabile come ha finora sempre fatto e rimuova la funzione anche prima dell’ingiunzione di un giudice”.
Il portavoce di Waze Julie Mossler ha riferito per il momento solo che l’informazione circa la presenza della polizia viene condivisa perché gli utenti sono portati a comportarsi con più attenzione se sono consapevoli del fatto che vi siano le autorità in vista.
Claudio Tamburrino