Se il merito di aver creato quel che oggi chiamiamo World Wide Web viene solitamente (e legittimamente) attribuito a Tim Berners-Lee, è doveroso sottolineare come il suo non sia stato un lavoro condotto in solitaria, ma portato avanti con l’appoggio di colleghi e collaboratori che in prima persona hanno contribuito alla realizzazione di quell’idea che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 ha innescato una vera e propria rivoluzione. Tra questi, oltre a Robert Cailliau con il quale Tim Berners-Lee condivide la paternità del progetto, anche il suo mentore Ben Segal.
Ben Segal, il mentore di Tim Berners-Lee
Laureato in fisica e matematica nel 1958 all’Imperial College di Londra, ha iniziato la propria carriera professionale impegnato sullo sviluppo di un reattore nucleare presso la UK Atomic Energy Authority, spostandosi poi al CERN di Ginevra in seguito all’ottenimento di un dottorato alla Stanford University. È lo stesso Berners-Lee ad averlo definito il proprio mentore, riconoscendogli di essere stato al suo fianco nel portare avanti quella che senza timore di smentita possiamo oggigiorno definire una delle innovazioni più importanti del secolo scorso.
Suo anche il merito di aver spinto l’adozione del protocollo TCP/IP nel momento in cui realtà come la European Postal Telegraph e le autorità nazionali delegate alla gestione delle tecnologie di comunicazione si opponevano fermamente all’utilizzo di uno standard aperto su larga scala. Di seguito il suo intervento in occasione delle celebrazioni per i 30 anni del Web, in cui descrive l’entusiasmo per l’arrivo in laboratorio di “un cubo nero e sexy”, il primo server della storia.
La prima incarnazione del Web così come oggi lo conosciamo altro non era se non un computer NeXT appositamente configurato per fungere da server, con tanto di browser per la navigazione tra l’archivio dei documenti gestiti dall’istituto mediante collegamenti ipertestuali.
Il primo server, un cubo nero e sexy
Correva l’anno 1990, quando Tim Berners-Lee entrava nell’ufficio di Ben Segal invitandolo a vedere la macchina che avrebbe cambiato per sempre il modo di comunicare e organizzare le informazioni.
Ben, Ben, è arrivato. Vieni a vedere.
Pochi mesi più tardi quella che potremmo definire una prima demo del Web era pronta per essere mostrata al pubblico. Il resto è storia.
Segal, sebbene in pensione, ancora oggi ha un ufficio al CERN. Sulla propria pagina personale condivide sia il proprio indirizzo email sia il numero di telefono (in chiaro, senza filtri) da comporre per una chiacchierata. Così, nel nome dell’apertura e della trasparenza.