Lo standard web promosso da Khronos Group si propone di rivoluzionare la navigazione. La versione 1.0 di WebGL torna infatti a scommettere sulla grafica poligonale 3D, con la complicità degli elementi canvas HTML5, il linguaggio dinamico JavaScript e le API grafiche di OpenGL 2.0.
WebGL affonda le sue radici in un plug-in sperimentale per Mozilla, che iniziò a sviluppare nel lontano 2008. Come noto, i browser Mozilla, Opera e Google sono già pronti ad utilizzare l’accelerazione hardware per visualizzare elementi tridimensionali nelle pagine web, mentre Internet Explorer ancora non si è adeguato alle specifiche di questo linguaggio.
Attenendosi allo standard WebGL 1.0 di questa prima “developer build” sarà possibile uscire dai confini del bidimensionale e realizzare qualcosa di completamente diverso, senza appesantire troppo la navigazione. I tempi del fallimentare linguaggio VRML appaiono improvvisamente lontani, dato che per aggiungere “profondità” alle pagine web non servirà utilizzare alcun plug-in.
L’utilizzo di questa nuova tecnologia potrebbe tradursi in diversi “contenuti”, più o meno utili. I grafici web potranno ad esempio far comparire elementi tridimensionali sulle mappe di Google e Bing, creare immagini mediche molto più realistiche, dare nuova linfa vitale ai web game o sostenere gli shop virtuali che vogliono mostrare i prodotti nella loro interezza.
Più avanti, Khronos Group spera di diffondere la mania del 3D anche sui browser mobile: con Android e iOS che sostengono lo standard OpenGL ES 2.0 , e l’appoggio di Qualcomm, dovrebbe essere solo una questione di tempo. Per il momento il vero grande assente è Microsoft. Probabilmente il colosso di Redmond non vede neanche di buon occhio uno standard web basato sulle funzioni di librerie che competono con le sue DirectX. In ogni caso, Google “contamina” con il WebGL il browser Internet Explorer attraverso il suo plug-in Chrome Frame .
Roberto Pulito