Hewlett-Packard sta gradualmente rilasciando porzioni dello sfortunato sistema mobile diventato open-source . I componenti distribuiti questa volta fanno però parte di un pacchetto diverso, chiamato Community Edition , che prepara il terreno al vero webOS aperto.
La sperimentazione informatica dovrà occuparsi di far evolvere il sistema in una qualche direzione e, spingendo sul codice legacy del webOS già installato nei TouchPad (3.0.5), HP spera di mantenere gli sviluppatori ancora impegnati sulla piattaforma attuale in vista del futuro.
Per il webOS open source completo di tutto bisognerà attendere settembre, quando l’ultimo pezzo della Community Edition verrà rilasciato: entro il mese di giugno gli interessati potranno già cominciare a studiare il codice e ci sarà la possibilità di creare nuovo software per i dispositivi legacy, mentre nel frattempo possono iniziare a familiarizzare con la struttura dell’OS grazie alla Community Edition.
Proprio in questi giorni sta rimbalzando sul web lo sfogo di Phil McKinney , ex CTO di HP. Secondo McKinney l’amministratore delegato dell’epoca, Leo Apotheker , staccò la spina al progetto troppo presto, senza valutare a dovere la situazione. Il periodo di prova di WebOS durò solamente un anno, quindi Apotheker non rispettò il programma triennale stabilito con il team Palm ai tempi dell’acquisizione. Da qui la fine di un’esperienza più che decennale per il marchio acquisito nel 2010 da HP.
Roberto Pulito