Ex-sviluppatori webOS hanno accusato i responsabili dello sviluppo della piattaforma e le decisioni che hanno preso i vertici di HP: una concatenazioni di sbagli che avrebbe condannato il sistema operativo di Palm-HP al fallimento .
In particolare l’allora CEO di Palm Jon Rubinstein scelse, in contrasto con le opinioni dell’allora direttore al software dell’azienda Paul Mercer, come motore di base per lo sviluppo delle app webOS il software open source già impiegato da diversi browser per mostrare le pagine Web: WebKit.
Mercer era uno dei responsabili di Pixo OS e della tecnologia acquistata da Palm che poi è diventata webOS. In pratica, il problema con l’OS di Palm-HP è nato da alcune decisioni di Palm e in particolare da quella relativa alla piattaforma per gli sviluppatori terzi : che si è dimostrata lenta nel processo di sviluppo di nuove applicazioni. Il problema principale sarebbe relativo al fatto che ogni app doveva passare anche sotto le mani di Palm-HP.
Altro intoppo sarebbe poi rappresentato dalla perdita di Matias Duarte, responsabile della user experience di webOS passato a maggio 2010 a Google. Il tutto, poi, è stato peggiorato da un rilascio prematuro della piattaforma , spinto dall’intenzione di competere con i concorrenti già presenti sul mercato, ma che ha avuto come conseguenza un prodotto imperfetto, e un successivo rilascio in ritardo della versione 2.0 .
Infine, il prodotto di punta di webOS, TouchPad, ha esordito dopo iPad 2, che era più sottile e più veloce, e soprattutto venduto allo stesso prezzo.
Claudio Tamburrino