Alla fine Hewlett-Packard ha deciso di riposizionare webOS donando alla community il codice sorgente del sistema operativo mobile. Il software creato insieme alla menti della Palm è ancora importante per l’azienda, che ora punta sulla creatività degli sviluppatori indipendenti per reinventarsi e reinventarlo.
A quanto pare, anche i tecnici HP continueranno a lavorare ufficialmente sul sistema: la società finanzierà anzi una nuova startup, focalizzata all’utilizzo di webOS sui TouchPad, e continuerà a tenere sotto la sua ala tutti i vari brevetti . Il CEO del gruppo, Meg Whitman, ha sottolineato che il prossimo anno arriveranno un paio di nuovi tablet con Windows 8. Molto probabilmente bisognerà quindi attendere il 2013 per rivedere una tavoletta con webOS.
Per Whitman, webOS può ancora dire la sua nello scenario mobile perché è “l’unica piattaforma progettata da zero per essere mobile, connesso alla nuvola e scalabile”. Secondo gli analisti più fatalisti, il sistema operativo HP è invece destinato al fallimento, perché “non ha più alcun valore commerciale”.
La mossa open source sarebbe insomma una “non-decisione”, un disperato tentativo per riaccendere l’interesse di sviluppatori e consumatori. HP ha investito un quantitativo minimo di risorse nel progetto, ma in caso di risposta negativa la startup che si occupa di spingere webOS verrà immediatamente smantellata. Andrà davvero così? La mente torna alla parabola compiuta dal sistema Symbian nel corso degli anni.
Roberto Pulito