WebTheatre/ A caccia di UFO

WebTheatre/ A caccia di UFO

di G. Niola - Disseminata sui social media, incardinata su un vlog YouTube e finanziata attraverso il crowdfunding, una storia a base di teorie complottiste e presenze extraterrestri
di G. Niola - Disseminata sui social media, incardinata su un vlog YouTube e finanziata attraverso il crowdfunding, una storia a base di teorie complottiste e presenze extraterrestri

Periodicamente ritorna online la volontà di creare un racconto attorno ad un spunto quasi-vero (o che lo sembri) per coinvolgere il pubblico in maniere diverse. Raramente, purtroppo, questi tentativi si traducono in una webserie realmente appassionante.
È il caso di Son of Somerset files , che prende le più scontate e semplici dinamiche da fantascienza complottista (esistono gli UFO? Ci sono indizi nascosti nelle foto che conosciamo? Nel passato si nasconde una chiave?) e le mescola per creare un vlog che sia una storia originale.
L’enfasi va su “originale” perché in realtà simili idee si sono moltiplicate in rete dopo Lizzie Bennet Diaries , sempre prese da romanzi (solitamente classici, con una certa prevedibilità).

Son of Somerset files

Son of Somerset files in realtà è più simile a lonelygirl15 , una webserie che vuole apparire come non scritta, come fosse un vero videoblog. Ovviamente nessuno oggi farebbe un simile vlog, non avrebbe senso, ormai questo stile è sdoganato come fasullo, alla stessa maniera in cui nessuno crederebbe che i film found footage (quelli che, da The Blair Witch Project in poi, fingono di essere stati ripresi dalle vittime) siano davvero reali, nonostante facciano di tutto per sembrarlo. È una convenzione, ed è tipica della rete.

A partire quindi dal genere di lonelygirl15 (mistero, ragazze in una camera, contributi degli utenti), Elizabeth Hagale e Rhiana Howell, che è anche la protagonista, fanno esplodere il loro racconto su diverse piattaforme come inaugurato da Lizzie Benneth. C’è un account Twitter , un Tumblr , apertamente promosso dalla stessa Chloe nei video, e ovviamente un’immancabile account Instagram . Ognuno porta avanti la storia in una maniera coerente ma anche più ampia rispetto al video.
Purtroppo, come già detto, la parte audiovisiva non ha la potenza trascinante che dovrebbe avere, cioè non riesce davvero a fare da motrice che tiri tutto il resto, in grado di portare utenza agli altri media coinvolgendoli nei misteri.

Il numero di episodi è circa 20 e una buona parte dei fondi necessari è stato raccolto tramite la piattaforma Seed & Spark (non molto, non ci si paga nemmeno l’attrezzatura), segno di una volontà non comune di creare qualcosa di sostenibile.
Mentre da questa parte dell’Atlantico si continua a produrre all’arrembaggio, senza una pianificazione precisa (cosa che alle volte genera sorprese incredibili), in America la parte bassa della piramide (quella in cui molte persone producono ma con poca audience ognuno) cerca di adattarsi alle tecniche dei più noti. Se un prodotto come Video Game High School raccoglie quasi 900 mila dollari su Indiegogo , i meno importanti comunque sfruttano il mezzo per raccogliere qualcosa, fossero anche poche migliaia di dollari.

Quanto passerà prima che anche in Italia si cominci a pensare racconti esplosi su più piattaforme? E poi, visto che da noi il successo maggiore non appartiene alle serie di finzione ma a quelle più episodiche (ovviamente comiche), sarebbe possibile espandere quei frammenti di narrazione sui social media o li si può usare unicamente come antenne che ripetono il segnale?

SON OF SOMERSET FILE: EPISODE 1

SON OF SOMERSET FILE: EPISODE 2

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
5 feb 2015
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