Solo pochissime settimane fa avevamo iniziato a raccontare come si stia evolvendo il mercato legato ai contenuti prodotti in rete in rapporto alle acquisizioni televisive. Se inizialmente questo mezzo d’espressione sembrava guardare al cinema ora diventa sempre più evidente come invece sia la tv il suo porto d’approdo più immediato, più facile e più veloce. Le webserie migliori continuano a fondere il linguaggio nato in rete con quello sempre esistito e canonizzato dal cinema (ma se è per questo anche le serie tv lo fanno), eppure oggi sicuramente la televisione è il mezzo più ansioso di dar da mangiare alle novità della rete. Dall’altro lato, però, esistono anche in Italia alcuni player pronti a spendere e farsi “distributori” senza uscire dal recinto di internet.
Se dunque ThePills su Italia 2, La buoncostume con Il candidato su Rai Tre e Il terzo segreto di satira a Piazzapulita (ma anche La7) stanno cominciando a trovare committenti nei canali televisivi, ora anche Il Corriere della Sera ha richiesto i favori di Il terzo segreto di satira e con una certa regolarità, commissionandogli una vera e propria serie a parte intitolata Se fossi Renzi che viene postata esclusivamente sul player del giornale online.
Il collettivo non si è snaturato assolutamente e corriere.it non ha modificato di una virgola il suo approccio alla rete e all’audiovisivo, in perfetta continuità con una scelta eterogenea che passa dalla narrativa ( Una mamma imperfetta ), al reportage d’autore ( Il rumore della memoria e L’Italia che non ti aspetti ), fino ad arrivare adesso all’intermezzo satirico. Il Corriere della sera, l’abbiamo già scritto, replica in formato audiovisivo le componenti di cui da sempre è fatto un giornale, Se fossi Renzi è qualcosa a metà tra il pezzo di costume divertito e la vignetta della prima pagina.
La webserie ideata per Corriere.it è però narrativamente un filo più complessa del consueto format televisivo e anche di quel che fino ad ora ha fatto Il terzo segreto di satira . Innanzitutto non risponde a nessuna struttura già vista, non è una classifica, né un video tutorial o una finta inchiesta o nient’altro che sia etichettabile. Ogni episodio racconta un possibile suggerimento al Presidente del Consiglio, pensato da un ipotetico cittadino comune per risolvere dei problemi o migliorare il paese e poi passa il resto del video a mostrare le assurdità che questa risposta grottesca causerebbe. Nella prima puntata l’idea è di aumentare esponenzialmente il gioco d’azzardo fomentato dallo stato per prendere più soldi ai cittadini e aumentare il PIL.
Nel mettere in scena questa realtà deviata cui darebbe vita la proposta, Il terzo segreto di satira usa la sua abilità per inscenare le vere idiosincrasie italiane. Non è satira nel senso stretto (non è preso di mira né un partito né un politico né un’ideologia) ma comicità di costume estremamente raffinata che non gioca sui tormentoni né sui luoghi comuni (quest’ultima è un’arma che Il terzo segreto non ha disdegnato in passato e che gli ha fruttato molto).
Considerato chi sono questi nuovi committenti (trasmissioni televisive d’approfondimento giornalistico o di satira o per l’appunto quotidiani) non c’è da stupirsi di chi siano i primi soggetti selezionati per il passaggio. Ciò che meno si fa online è ciò che per primo viene esportato, ciò che per primo viene pagato, ovvero la satira. Zoro con Parla con me ha iniziato e gli altri hanno seguito in un trend che vede la rete riuscire ad essere pagata solo quando parla di politica, cioè quello che nessuno voleva filmare su YouTube (eccezion fatta per Il terzo segreto di satira che ha fatto di questo una missione). Sono allora ThePills la vera eccezione, il caso da studiare, gli unici nel novero di quanti stanno trovando dei produttori e distributori più canonici a rispecchiare il meglio di quel che si trova online.
IL TERZO SEGRETO DI SATIRA – SE FOSSI RENZI EP. 1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo