È un caso davvero originale quello che ha portato di nuovo Ivan Silvestrini a dirigere una webserie dopo aver fatto un paio di anni fa Stuck (l’unica serie prodotta in Italia, tra quelle maggiori, ad essere girate direttamente in inglese). Il regista era passato al cinema ma è poi ritornato a lavorare su un progetto seriale per la rete stimolato da Under , libro di fantascienza young adult in pieno stile Hunger Games (anzi, molto simile ad Hunger Games) messo in vendita contemporaneamente all’uscita online dell’omonima webserie. Nel tornare al web dopo il grande schermo, Silvestrini sembra aver portato con sé diversi attori di cinema come Gianmarco Tognazzi, Giorgio Colangeli più un’inedita Chiara Iezzi (Chiara, di Chiara & Paola), tutti nei ruoli che contano, quelli che fanno la storia: i cattivi.
Libro e serie online vanno a braccetto, l’una spinge l’altra e ne costituisce non certo un passaggio crossmediale (poiché non allarga la mitologia ma la riracconta) quanto una forma particolare di adattamento.
La scaltrezza dell’operazione non sfugge a nessuno: proporre una versione italiana di un format di provato successo in tutto il mondo, che già vanta diverse imitazioni è da sé ragione sufficiente per guardare la maniera in cui i temi fondamentali della fantascienza young adult al femminile sono tradotti, e ancor più interessante è capire come venga fatto a bocconi di 5-6 minuti.
Il guizzo è di fare di necessità virtù e raccontare una storia dai toni di forte fantascienza senza impelagarsi molto con la trama ma lavorando più che altro d’atmosfera. Se infatti un film necessariamente taglia molto, Under – La serie taglia moltissimo dalla narrazione, ha molte ellissi e non spiega tanto, lasciando un po’ che il format parli da sé (essendo simile a molti altri film/libri sul genere non è difficile intuire cosa succeda) e un po’ che il contesto coinvolga più del testo.
La strategia per far diventare questo romanzo webserie, in sostanza, è lavorare di sottrazione. È più la roba che manca che quella che c’è anche nelle scenografie, alternate tra il postindustriale delle scene di giorno (tra vecchi vagoni e luoghi che danno l’idea di un postapocalittico in cui la natura ha preso il sopravvento sui resti umani) e il buio degli interni, in cui al minimalismo consueto della fantascienza si affianca una fotografia scura che aumenta il mistero.
Un occhio attento potrebbe notare una ricorrenza continua dei medesimi ambienti e delle medesime scene (tra svolgimento reale del tempo e flashback) ma si tratta di minuzie che, una volta imbastito il discorso della trama, lasciano il tempo che trovano. L’unica domanda che non trova risposta a questo punto è se una narrazione così rarefatta che non punta sui contenuti ma sull’atmosfera possa soddisfare, cioè se di volta in volta ritornare al racconto sia uno stimolo visto che manca una trama avvincente. Non è possibile saperlo perché Under – La serie va su player proprietario contenuto nel sito apposito (per rispondere meglio all’esigenza primaria: la promozione del libro), il quale ovviamente non pubblica le statistiche per ogni video.
L’impressione tuttavia è che, sia o meno un successo, in Italia si stia recependo bene il trend nato in America. Non solo quello della fantascienza da giovani adulti ma quello più precipuo delle webserie di cominciare a lavorare di adattamento, cioè di non ideare storie originali (nella grande maggioranza dei casi banali e ripetitive) ma di adattare storie esistenti, lavorando di fino sulla forma del racconto, su come esploderlo attraverso i diversi mezzi di internet, come incastrarlo nei formati brevi, come plasmarlo a quelle che sono le prime, rigide ma embrionali regole delle webserie. E Under lo fa con una buona originalità.
Under – The Series Trailer
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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