Che Facebook stia cercando di replicare l’intera esperienza di internet all’interno dei suoi confini blu è cosa nota, fin dalla sua fondazione si è posto come un quartiere residenziale per pigri cittadini di internet, un luogo all’interno del quale trovare una versione semplice e rassicurante delle funzioni e delle potenzialità della rete.
Dunque, dopo aver assorbito in sè gran parte dell’archivio fotografico degli utenti (sottraendo a siti come Picasa e Flickr il dominio ma anche acquisendo Instagram), aveva pianificato nel 2013 di cominciare la conquista anche del settore del video, strappando a YouTube il controllo. Adesso, a più di un anno di distanza, diverse rilevazioni, sebbene non concordanti, indicano che i video di Facebook stanno comunque andando ad insidiare quelli della più consolidata piattaforma di YouTube.
Inutile sottolineare come YouTube (per quanto non sia certo una piattaforma perfetta) offra molto di più, meglio e con più raziocinio delle scarne funzioni dei video su Facebook: non è quello l’interesse di Zuckerberg nè quello degli utenti che scelgono la piattaforma social al posto di quella di Google. Più versata sui contenuti non seriali, più adatta alla condivisione, ovviamente, e più reattiva sulla veicolazione dei video singoli, Facebook porta a casa il risultato tanto che, recentemente, anche i videomaker più prolifici come TheJackaL o ThePills hanno iniziato a considerare la piattaforma di Facebook come un luogo in cui pubblicare e attirare pubblico.
La piattaforma di analisi Socialbaker ha analizzato 180mila video postati su 20mila pagine differenti, tutte attive sul marketing, per scoprire se ci sono stati cambiamenti nell’ultimo anno relativamente all’uso di video embeddati da YouTube o caricati su Facebook. Il risultato è che specialmente a partire da maggio c’è stato un incremento netto dei video caricati su Facebook, confermato da un calo degli embed.
Parallelamente, anche le condivisioni sulle pagine di Facebook hanno cominciato a funzionare molto meglio per chi aveva deciso di postare il proprio video sul social network invece che embeddare.
Dall’altra parte uno studio completato nel 2014 da parte di Brendan Gahan ha dato esito contrario, ovvero che, dipendendo sempre di più dal pagamento, l’engagement dei video su Facebook non è sempre la strada più battuta e dunque la più redditizia.
Nonostante il contrasto, quel che pare evidente lo stesso è che se anche non avesse superato YouTube come piattaforma migliore per veicolare video, di certo il social network di Zuckerberg sta lavorando alacremente per diventarlo, conquistando alcuni obiettivi. Promozione, video virali ed esperimenti singoli: Facebook comincia dal favorire questo tipo di produzione, come se avesse ricominciato da capo il percorso evolutivo compiuto dal video online.
Invece YouTube in tutto questo continua a lavorare in un’altra direzione, promuovendo la continuità oltre alla qualità (problema che Facebook ancora non si sta ponendo), cercando di fomentare una programmazione ordinata e continua, cercando cioè di sopprimere il caos che lo caratterizza dalla sua nascita con quella sicurezza che hanno i network.
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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