Al cinema si chiamano remake, in televisione format, in rete quasi non esistono. L’idea è quella di scegliere una struttura di successo che può essere replicata adattandola ad un altro paese: siccome online il successo raramente è imputabile ad una struttura (un’idea o una trovata tecnica) ma più che altro all’individualità, si è visto ancora poco il replicarsi di idee di successo. Tranne per Bref .
Si tratta di una webserie francese di tre stagioni distribuita attraverso Canal+ (ma poi deflagrata altrove, come testimonia anche la versione con sottotitoli inglesi caricata su Vimeo ) e ideata da Kyan Kohjandi , che ne è anche il protagonista. In patria Bref è uno dei più grandi successi nati in rete, ne sono state prodotti una 40ina di episodi che avevano anche una trama (per quanto blanda) a collegarli.
Il cuore del successo è tutto nella modalità con la quale è montato, rapido e veloce, in armonia con una voce fuoricampo egualmente rapida, e una maniera originale di incastrare problemi, eventi, soluzioni e flusso di coscienza. Soprattutto è il gioco sull’incomprensione della realtà a rendere i brevi racconti di Bref intriganti, il continuo oscillare tra ciò che accade e come il protagonista lo percepisce. In Bref non solo tutto è montato in maniera ricorrente ma spesso gli eventi stessi ricorrono continuamente, creando effetti comici per l’appunto di montaggio.
Da questo prodotto ottimamente confezionato Almog Avidan Antonir e Tom Assam-Miller hanno realizzato Long story short che già nel titolo riprende il succo di Bref , ovvero mettere in scena una storia ipoteticamente lunga in poco tempo, lavorando sui medesimi espedienti tecnici dell’originale francese ma variando i temi e gli eventi delle singole puntate.
Long story short si sta provando di ottimo successo anche nella sua versione americana, nonostante il duo non abbia replicato con l’efficacia dell’originale il punto di forza principale della serie, ovvero il ritmo e quel modo particolare di giocare con il montaggio. Non hanno cioè compreso che se si parla di video in rete, il montaggio è la componente di gran lunga più importante.
Alla stessa maniera in Italia Francesco Sole , solitamente vlogger, ha cominciato ad inserire nei suoi video degli inserti finzionali realizzati con la tecnica di Bref , seguendo quel modo di mettere insieme voce fuoricampo e immagini, montaggio e racconto rapido.
Anche in questo caso il format è adattato con moltissima libertà, seguendo solo idealmente quella modalità, inventata dal team francese, di assecondare un tempo velocizzato con un montaggio che faccia solo finta di essere caotico (in realtà è più controllato e rigoroso di quanto non appaia). Il punto qui è adattare quel montaggio a temi, parlata e a un resoconto del reale che solitamente si fa nei vlog. Dunque nulla di realmente “narrativo”.
Come per Long story short non c’è reale adattamento né rigore nel trasporre solo il riutilizzo di un certo numero di soluzioni di montaggio e di racconto.
Se sia dunque possibile anche in rete creare un mercato di format o remake lo dirà solo il tempo (sia Francesco Sole che Long story short non hanno certo pagato diritti e si muovono nella zona grigia dell’ispirazione). Di certo quel che si capisce è che data la natura del mezzo e quel che ad oggi spinge le persone a creare webserie, poco mercato e molta volontà personale, l’ispirazione non può essere mai totale. Il remake o il format sono maniere di importare prodotti già di successo saltando il passaggio di creare qualcosa di interamente originale (e rischioso), quando invece ad oggi fare una webserie ha poco a che vedere con fare del denaro (né Long story short né Francesco Sole sviluppano chissà che volumi) e molto con il fare qualcosa per se stessi.
BREF – Ep. 30
LONG STORY SHORT – I COULDN’T FALL ASLEEP
FRANCESCO SOLE – MI DAI UN PASSAGGIO (a partire da 1.10)
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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