È partita all’inizio di questa settimana Una mamma imperfetta , webserie scritta e diretta da Ivan Cotroneo e coprodotta da Indigo Film (quelli delle pellicole di Paolo Sorrentino), Corriere della Sera e Rai, distribuita in esclusiva (e anche in pompa magna) da corriere.it . Si tratta senza dubbio della webserie italiana dalla produzione più imponente di sempre (per quanto sia sempre poca cosa in confronto al cinema o alla televisione migliore), il prodotto più ricercato e professionale che quest’ambito abbia mai tirato fuori nel nostro paese.
Le possibilità di un fallimento erano infinite, specie per il fatto che le professionalità coinvolte vengono da televisione e cinema e non da internet. E invece non è stato così.
Indirizzata ad un target apertamente femminile e maturo, fin dal titolo, Una mamma imperfetta è la cronaca sottoforma di videodiario di una mamma come molte, dotata di poco tempo per tutto e votata alla gestione di due bambini e un marito nel tempo libero lasciatole dal lavoro. Ogni puntata (della durata inferiore ai 10 minuti) affronta un tema diverso della sua vita incasinata, ogni volta proponendo personaggi ricorrenti (a parte figli e marito, anche mamme amiche e mamme rivali o colleghi di lavoro).
La sorpresa vera però è quanto Ivan Cotroneo abbia applicato di ciò che ha evidentemente imparato online. Una mamma imperfetta non è un esperimento fatto con la testa da un’altra parte, in un altro medium, ma anzi un lavoro che è evidentemente molto conscio di come funzionino le webserie, che linguaggio abbiano e quali espedienti o soluzioni di scrittura e regia il genere, in questi pochi anni, abbia consolidato.
Più montaggio che racconto, più narrazione in prima persona che per immagini, un forte personalismo e alcune inquadrature ricorrenti.
Come in The Guild (successo storico del genere) tutto comincia sempre con la webcam e come in Lizzie Bennet Diaries (successo recente del genere) diverse persone entrano nell’inquadratura della webcam, rompendo quell’equilibrio della confessione per contaminarlo con la storia.
Ma anche andando al di là dell’imitazione dell’inquadratura webcam, c’è tutto un modo di procedere e di utilizzare il montaggio come costante soluzione registica (cioè usare artifici di montaggio e non, per dire, di recitazione o di fotografia per mettere in scena gli eventi) che è qualcosa nato e coltivato nel mondo delle webserie, come del resto la volontà di fare un racconto a livello utente, che non racconti lo straordinario e l’eccezionale ma l’ordinario in chiave ironica, è un tema sviluppato quasi unicamente dalla narrazione webseriale che Cotroneo centra in pieno.
Certo, la webserie è piena di piccoli elementi che difficilmente avrebbe adottato una produzione svelta, resa acuta dal poco budget e più smaliziata rispetto alle “cose di internet” (come il continuo rimando nel finale dell’episodio al tema di quello successivo). Tuttavia di fronte alle conquiste della serie queste mancanze paiono inezie.
Quello che dovrebbe stupire sopra ad ogni cosa infatti è come si sia riusciti a tradurre ciò che viene fatto con poco in un’opera fatta con molto. Dei 9 minuti circa di ogni episodio almeno 3 sono di titoli di testa e di coda, il che significa che alla webserie ha lavorato un quantitativo di persone 10 volte superiore (e 10 volte più sindacalizzato) a quello che prende parte in media alle produzioni più o meno avventurose a cui siamo abituati. Eppure il tono è il medesimo.
Le personalità al lavoro in certi casi sono il meglio che esista in Italia. Ad esempio il direttore della fotografia, Luca Bigazzi , è la scelta fissa di Sorrentino e probabilmente il più importante del paese.
Che Cotroneo sia riuscito a pensare e far produrre qualcosa di così simile alle reali webserie da una macchina così grande e così “canonica”, è la conquista più importante e getta la miglior luce possibile sul futuro delle webserie dal grosso budget in Italia.
UNA MAMMA IMPERFETTA – EPISODIO 1
UNA MAMMA IMPERFETTA – EPISODIO 2
UNA MAMMA IMPERFETTA – EPISODIO 3
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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