WebTheatre/ Il fascino del digitale

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di Gabriele Niola - A metà strada tra parodia ed effetti speciali, il machinima è ormai del tutto sdoganato. Ma da domani potrebbe già finire nel dimenticatoio, o essere rilanciato definitivamente
di Gabriele Niola - A metà strada tra parodia ed effetti speciali, il machinima è ormai del tutto sdoganato. Ma da domani potrebbe già finire nel dimenticatoio, o essere rilanciato definitivamente

Il momento in cui una novità è inglobata e riproposta da una grande azienda segna solitamente il suo punto più alto e contemporaneamente l’inizio della discesa. La notizia che Home, il network/mondo virtuale della Playstation 3, per 5 dollari venda Living Room Stage Set , un kit per poter fare video machinima (da machine-cinema, video fatti dagli utenti utilizzando il motore grafico dei videogiochi) con il motore di Home è dunque il riconoscimento più importante che il mondo machinima abbia mai ricevuto: ma anche forse la sua fine, almeno per come lo conosciamo.

Grandi opinion leader in materia come Hugh Hancock (creatore del termine e saggista in merito) o anche gente come Phil Rice (autore di Male Restroom Etiquette , machinima basato su The Sims, che fu un grande successo virale) commentano che, sebbene l’interfaccia manchi di alcuni elementi è lo stesso una piattaforma molto avanzata con alcune caratteristiche di inedita qualità, come ad esempio il sistema di illuminazione. Si tratta in sostanza di un grande ambiente vuoto, un set personalizzabile a piacimento nel quale inserire oggetti, costruzioni, arredamenti e far agire personaggi inquadrandoli da diversi punti di vista. Lo sfondo può essere cambiato a piacimento come se si trattasse di un green screen. Al momento però mancano strumenti di montaggio o registrazione.

Nonostante quest’ultima precisazione che rende impossibile (almeno con strumenti ufficiali) la diffusione di video realizzati con Living Room Stage Set, tutta l’operazione diffonde e contemporaneamente eleva lo stato di produzioni che godono di un successo sconfinato tra gli appassionati ma che sono sconosciute (e difficili da tollerare) ai più . Solo il sito machinima.com raccoglie circa 35 milioni di visualizzazioni al mese, ma al di fuori in pochi ne hanno visto qualcuno. Il motivo sostanzialmente è che si tratta di materia da veri appassionati, spesso condita di linguaggio tecnico, imperniata su luoghi comuni dei videogiochi o gag comprensibili solo ad assidui giocatori. Un mondo in sostanza autoreferenziale.

Di tutte queste produzioni dunque sono pochi i video che riescono a sfondare la barriera degli appassionati e diventare virali, oppure a essere visti e ritenuti interessanti anche dal resto degli utenti. Ci fu un po’ di tempo fa il caso di Internet is for Porn o la serie Arby ‘n’ The Chief , ma per il resto le cose migliori il machinima sembra produrle quando incrocia il mondo reale , quando cioè viene utilizzato come effetto speciale per un video in live action e non come animazione pura.

Un esempio brillante è Escape From City 17 , un pilota per una webserie basato su Half Life 2 che utilizza il machinima solo per il comparto di effetti speciali, mentre fa fare ad esseri umani tutto il lavoro attoriale. Metà vero e metà digitale, il pilota è uno straordinario esempio di come il machinima allarghi le possibilità dei videomaker a costo zero. Gli effetti di Escape From City 17 sono migliori di moltissime cose che si vedono al cinema e anche se la produzione ha impiegato moltissimo tempo per realizzare un episodio (il tempo è la moneta di chi non ne ha), lo stesso il risultato sembra aprire una nuova strada e indicare come probabilmente più che animare e basta il machinima può essere un supporto straordinario all’azione reale.

Rispetto al resto del mondo video, però, il machinima ha solo un problema non chiarito, quello dell’uso di materiale soggetto a copyright. Fino ad oggi il mondo machinima ha navigato nella semi illegalità, o meglio nell’incertezza del diritto , se è vero infatti che non esistono cause o sentenze in materia sulle quali potersi basare è anche vero che da nessuna parte è scritto che realizzare un video con il motore grafico di un videogioco coperto da copyright sia consentito, si tratta pur sempre di una forma di reverse engineering.

Secondo avvocati specializzati non bisogna crogiolarsi troppo nel concetto di fair use, poichè non c’è accordo sulla sua definizione precisa e magari è meglio leggere le policy di ogni singolo gioco. È noto ad esempio che la EULA di Microsoft non condanna il machinima (anzi!), mentre quelle della Blizzard (che con World Of Warcraft è una delle più saccheggiate) sono meno tenere. Ad ogni modo, data la pubblicità che un video indirettamente fa al gioco, a detta di tutti è difficile che un’operazione no-profit dia problemi in sede legale.

Nei casi invece di un video che generi un ritorno economico, qualsiasi azienda consiglia di prendere accordi individuali come fece Rooster Teeh con Microsoft per i suoi video basati su Halo, cioè chiamare i diretti interessati per sottoporgli la questione e negoziare. Un modello, quello dello vendita a posteriori dei propri strumenti, che non è troppo lontano dalle idee di economia del gratis della rete, cioè l’uso gratuito di determinati strumenti fino a che non è necessario un passo in più che è fattible solo a pagamento.

ESCAPE FROM CITY 17

INTERNET IS FOR PORN

MALE RESTROOM ETIQUETTE

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

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Pubblicato il
14 mag 2009
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