Lanciata con un’enfasi smodata sul suo creatore, Flavio Parenti (in questo caso sceneggiatore, regista e attore, e con alle spalle una carriera da attore di cinema e televisione), By My Side è una webserie dalle dichiarate ispirazioni teatrali ma dalla realizzazione più interessante di quanto non si direbbe.
Senza appoggiarsi a strutture eccessivamente professionali ma anzi collaborando con artisti indipendenti per elementi quali la colonna sonora (rilasciata anch’essa ad episodi sul canale YouTube e sul sito), Parenti realizza un autentico spin-off della propria carriera, un progetto parallelo e personale che per fortuna non risente di nulla se non delle proprie intenzioni.
La storia è modellata su Aspettando Godot ma contiene twist, misteri e uno svolgimento drammaturgico interno abbastanza classico che gli consentono di evitare la fissità teatrale del testo di partenza, per andare a parare da altre parti.
By My Side, con la sua estetica da reflex digitale, i suoi sfocati e i frequenti flashback misteriosi e i continui paralleli con i microrganismi, ricorda più la scansione di quelle webserie modellate sulla serialità televisiva (in primis Lost e tutti i suoi epigoni che hanno fatto delle conseguenze presenti di atti passati il perno della trama), senza però mostrare la noia di chi non ha nulla da dire. Pur senza eccessive velleità infatti Parenti collabora ad una scrittura minimalista ed efficace, che come ci si poteva aspettare trova nella recitazione le chiavi di interpretazione, più che nelle parole.
Arrivata al terzo episodio (di tredici previsti) By My Side non è certo la più dinamica tra le webserie in circolazione, eppure è una delle poche dotate di quel magnetismo audiovisivo che tiene incollati ai circa 7 minuti di ogni episodio. Racconta di un gruppo musicale, mostrato in ogni sigla e nel primo episodio in un lungo simil-videoclip (sulla cui sovrimpressione scorrono frasi o aforismi di noti intellettuali, scritti come fossero sms), apparentemente bloccato nella provincia e bloccato in uno stallo umano. Idee non semplici da mettere in racconto, che spesso svelano aspirazioni superiori alle capacità: eppure è innegabile la sincerità profusa da ogni episodio e da ogni momento di una webserie che non risulta mai fasulla.
Con buon (e non casuale) tempismo la serie è lanciata ora che Parenti arriva nei cinema tra i protagonisti del nuovo film di Woody Allen, potendo sfruttare l’eco mediatica per generare attesa e magari buona stampa. La webserie di suo non ne avrebbe bisogno (quantomeno non più di altre) eppure la mossa sembra sensata, soprattutto perché accompagnata da un modo di abitare la rete e interpretare il proprio mezzo che appare tra i più corretti.
Lungi dal pubblicare episodi come si mettono in onda puntate su un canale televisivo, l’entourage di By My Side cura la pubblicazione di molti contenuti paralleli che arricchiscono e fanno da contorno al racconto principale. Il sito ufficiale è continuamente aggiornato e in nessun momento si ha l’impressione di una volontà di monetizzazione immediata.
Il successo al momento sembra paragonabile ai molti altri buoni prodotti italiani, cioè poco (circa 3-4 mila visualizzazioni di media), eppure se c’è qualcosa per la quale andrebbe ricordata questa serie è per essere la prima, prodotta e gestita da una personalità del mondo dello spettacolo tradizionale, a non trattare la rete come una succursale ma come un mezzo dotato di una propria dignità, pensando un prodotto tagliato per il suo pubblico e le sue esigenze comunicative.
BY MY SIDE – EPISODIO 1: INTRO
BY MY SIDE – EPISODIO 2: STILL STUCK IN MY HOMETOWN
BY MY SIDE – EPISODIO 3: NO ONE IS AROUND
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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