Invisible Friend è una serie che parte da un presupposto semplicissimo e lo allarga a dismisura senza timore di concedersi qualche incursione nel demenziale: e se gli amici immaginari potessero essere visti anche dagli altri?
Ecco Alison, non è solo l’amica immaginaria del protagonista ma anche una ragazza con la quale, dopo anni di amicizia invisibile, lui è passato ai fatti (invisibili) in seguito ad una festa (reale) particolarmente vivace. Solo che ora Alison è morta (lo si scopre nella primissima sequenza) e occorre sbarazzarsi del suo corpo invisibile senza che nessuno lo veda (?!?).
La serie è concepita da VeryAngryNighbours , un collettivo di Los Angeles che è già stato responsabile di diverse produzioni finite in rete ma che ora trova un partner importante in ICN (Independent Comedy Network) in grado di dare visibilità (e un minimo di retribuzione) ad ogni episodio.
Ma al di là del semplice spunto, la parte migliore della serie (arrivata ora al quarto episodio) è il modo in cui è stata sviluppata l’idea. Invece che inseguire le facili tentazioni un po’ geek della comicità surreale, Invisible Friend guarda più alle serie per la televisione come Dexter o CSI , creando un ambiente poliziesco e thriller intorno ad una vicenda che chiaramente non ha alcuna base ma in cui tutti credono, polizia compresa (impagabile la scena dell’identikit della ragazza invisibile scomparsa).
E il modo in cui i VeryAngryNeighbours hanno deciso di guardare ai loro modelli non è tanto nella sceneggiatura (che invece è la parte più comica) quanto nella messa in scena. Sono le parti meno evidenti allo spettatore normale come i colori, le luci, i movimenti della videocamera e il montaggio quelle che nel complesso comunicano più direttamente lo statuto “serio” di una storia che altrimenti non avrebbe la minima credibilità. Cosa che rende le parti divertenti ancora più comiche.
Come spesso accade per le produzioni in rete si tratta di materiale che si appoggia ad una conoscenza condivisa, ovvero racconti che hanno come target un pubblico alfabetizzato a quel modo di mettere in scena , che quindi sa riconoscere nello stile CSI le caratteristiche del thriller o del poliziesco moderno. Ed è a partire da questa conoscenza condivisa che serie online come Invisible Friends compiono il loro lavoro, cercando attraverso le possibili deviazioni di costruire significati autonomi e di parlare del proprio di mondo, per definizione lontano da quello più “mitico” del cinema o della tv.
Si ride sicuramente meno, come si gode sicuramente meno, delle trovate di ogni episodio se non si è mai vista una puntata delle serie tv americane moderne dal tema poliziesco, questo perché, essendo in una fase molto immatura, il video per la rete spesso si “appoggia” ad un altro medium dai contenuti più solidi e conosciuti, come la televisione o il cinema. Era capitato anche per Take Me Back o Dr. Horrible Sing-along Blog , altre due serie importanti che si appoggiavano su certi modi di fare cinema o televisione per creare qualcosa di nuovo.
Invisible Friend rispetto a questi due esempi prende però un’altra strada ed esplora le possibilità parallele di quel tipo di racconto. Le fiction televisive americane o i film rimangono sempre molto fedeli ai generi e alle convenzioni e le usano per creare novità come possono, la rete invece non ha nessun vincolo e può creare serie Western ambientate nelle metropoli moderne come West Side oppure deviazioni demenziali di Dexter come appunto è Invisible Friend.
Non si può parlare di parodia perché non ce ne sono i presupposti, non c’è infatti la volontà di dissacrare né quella di ruotare attorno eccessivamente ai tempi dell’oggetto da prendere in giro. Davvero in questo caso si può parlare solo di una “base” da cui partire, un modo di fare racconti audiovisuali da piegare di volta in volta a quelle che sono le caratteristiche del proprio pubblico. E il pubblico delle serie online è genericamente geek, nostalgico dell’infanzia, amante della comicità surreale e dei risvolti improbabili. Ancora una volta i protagonisti sono trentenni, ancora una volta non sono pienamente realizzati, ancora una volta sono molto sentimentali, proprio come gli spettatori.
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Gabriele Niola
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