Abbiamo più volte raccontato di come una delle maniere in cui il sistema dei media tradizionali stia assorbendo le novità audiovisive provenienti da internet sia La bottega delle webserie . Si tratta di una sezione del Premio Solinas , storicamente una delle istituzioni principali nel mondo della sceneggiatura. Chi vince il premio Solinas solitamente riesce a fare da quella sceneggiatura vincente un lungometraggio e solo per dirne alcuni nei tempi recenti sono passati da lì ai loro esordi Paolo Sorrentino e Daniele Ceasarano (sceneggiatore di Romanzo Criminale). Un anno fa La bottega delle webserie proclamava 3 script vincitori e dava loro la possibilità di essere visionati da Rai Fiction, la quale alla fine ha deciso di produrne uno e distribuirlo, circa un mese fa, su RAY.
Dunque quella che nasce come una forma di produzione autarchica, indipendente e selvaggia, una volta inserita nel circolo “produttivo” che parte dalla vittoria di un premio e finisce con l’imbuto di un distributore, rientra pienamente nella dinamica a cui sono soggetti da sempre film e serie tv. Ciò che nasce per tutti (chiunque può uploadare su YouTube) diventa di nuovo per pochi cioè chi viene selezionato, ma non dal pubblico bensì dai soliti operatori.
Nel caso particolare la webserie vincitrice sia del concorso che della selezione di RAY è A.U.S. , acronimo di Adotta Uno Studente. Racconta di un fuorisede abruzzese che arriva a Roma con il programma del titolo, pensando di vivere in casa con una ragazza di cui si è invaghito vedendo solo una foto e scopre invece che sarà in casa con la nonna di questa ragazza. Dalla seconda puntata in poi la serie si svolge quindi tra avventure di un fuorisede a Roma e il rapporto paradossale di un ragazzo timido e remissivo con un’anziana e combattiva signora che vuole dominarlo (da cui la parte comica). Questa seconda componente è senz’altro la migliore, non fosse altro per l’inedito rapporto di forze e per la potenza di Barbara Valmorin, capace di dare un ritmo pazzesco ad ogni interazione. Peccato che A.U.S. cerchi con tutte le sue forze una forzata dolcezza.
Ovviamente la webserie è molto ben scritta (da Antonio Marzotto e Serena Patrignanelli), decisamente meglio della media e molto in linea con quelli che sono i dettami delle webserie commerciali per come si stanno sviluppando in Italia. A.U.S. inizia sempre con una piccola intro di carattere comico che precede la breve sigla e si chiude sempre con una coda che vede il protagonista e l’agguerrita anziana giocare a carte scambiando un dialogo paradossale.
Non solo: A.U.S., nonostante non abbia una voce troppo personale o originale, è anche ben interpretata, è insomma il più classico dei prodotti medi che tuttavia al mondo delle webserie italiane manca.
Viene allora da chiedersi quanto questo sistema che ripropone gli imbuti che internet si proponeva di abbattere sia davvero funzionale. Finanziata invece che essere realizzata a quasi zero budget, come capita a moltissimi dei progetti che scelgono la via autarchica, A.U.S. rinuncia a qualsiasi velleità anticonvenzionale, corre nel medesimo fiume in cui si bagnano tutti e sposa qualsiasi struttura di provato successo. Non è certo l’unica webserie a comportarsi in questa maniera, e l’impressione di essere di fronte ad un contenuto buono ma non diverso da quelli che vediamo in televisione o al cinema è forte. L’impressione di essere di nuovo nella posizione di ricevere qualcosa di “approvato” dall’alto invece che di osannato dal basso, e quindi molto meno dirompente e “diverso”, è forte. Non ne hanno colpa gli autori che, di nuovo, paiono molto migliori dell’esito comunque buono.
Di certo a pochi mesi dal suo esordio è sempre più evidente che la presenza di RAY nel panorama è sia uno stimolo importante per la produzione, che un rischio grosso per le caratteristiche che rendono il video in rete qualcosa di seriamente innovativo.
AUS – PUNTATA 1
AUS – PUNTATA 2
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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