Delle webserie esiste la sostanza, cioè la produzione, il risultato, l’aver creato qualcosa di proprio che generi un racconto e (magari) appassioni un pubblico che lo segue per le sue qualità, e poi c’è l’apparenza, ovvero la possibilità di realizzare qualcosa di giovanile a basso costo, al di fuori delle costrizioni dei sistemi tradizionali, a prescindere dal risultato.
All’apparenza delle webserie appartengono diversi elementi, come il gruppo di amici che si mette insieme, la produzione rapida e veloce, i contenuti in teoria estremi e difficili e l’idea di qualcosa fatto con poco che possa racimolare moltissimo. Alla sostanza invece appartiene solo il risultato, qualcosa che sia lontano dal cinema e dalla televisione ma che da questi riesca a prendere il meglio.
Tenendo presente questa dialettica è difficile collocare Last Day , l’avventura online di 5 amici dai nomi noti: Emanuele Propizio, Andrea Montovoli, Matteo Branciamore, Nathalie Rapti Gomez e Marco Costa, quasi tutti vantano un curriculum nella televisione con qualche incursione nel cinema (Marco Costa è sceneggiatore di Carabinieri e Il ritmo della vita e regista di Piazza Giochi, Emanuele Propizio si divide tra I Liceali, Manuale d’Amore 3 ed ha esordito in Mio fratello è figlio unico).
Da Montovoli e Costa parte l’idea e gli altri vengono lentamente coinvolti in una webserie da girarsi e prodursi in fretta con poche idee di ritorno economico, perché l’importante è farla: “Eravamo a pranzo ai Castelli e ci piangevamo addosso parlando della moria di produzioni e provini da fare, Andrea ha buttato lì l’idea e poi ci siamo messi tutti insieme a scriverlo” spiega Marco Costa, che della serie è regista.
Il risultato è per l’appunto Last Day, webserie da 5 episodi di 7 minuti di durata l’uno, online da questa settimana ogni martedì fino al 21 dicembre (che sarà un venerdì). La webserie infatti si conclude il giorno in cui i Maya hanno predetto la fine del mondo e racconta di una notte in una casa, la notte del 21 Dicembre 2012, in cui alcune persone si riuniscono per festeggiare la possibile fine del mondo: “L’idea è capire cosa faresti l’ultima sera del mondo, magari metterti vicino a chi ami di più per fare uscire il meglio di te” dice sempre Costa.
Il primo episodio è insufficiente per capire davvero dove vada a parare la serie ma l’aria che si respira è quella di un prodotto fatto molto in fretta, breve e concentrato, sia nella scrittura che nella realizzazione, con l’aria della truppa in vacanza più che del battaglione pronto alla guerra lampo (vedasi la ripetitività dei clichè come il Dies irae di Mozart all’apparire di un personaggio depresso).
Il modello non dichiarato è Freaks, non tanto per la trama (con cui poco ha a che vedere) quanto per lo spirito di unire diverse persone con una certa notorietà per inseguire un progetto personale. Fine tanto nobile quanto rischioso, perché in caso di fallimento le scusanti non esistono.
Come in tutte le webserie manca la mano di un produttore, ma stavolta sembra un limite più che un pregio, perché Last Day vaga senza quell’asciutta chiarezza di idee che caratterizza i prodotti migliori.
Il budget non è alto ma gli sponsor sono molti e gli stessi autori si dichiarano ignoranti sui meccanismi di profitto da YouTube. Il motivo per il quale è stata scelta la piattaforma di Google e non altre possibilità online è perché iTunes è caratterizzato da prezzi sono troppo alti, mentre piattaforme dal modello pay-per-click avrebbero impedito di raggiungere la prima finalità: “Volevamo più che altro che girasse”.
Ecco allora che nella dialettica tra la sostanza e l’apparenza di una webserie, nelle motivazioni alla base di Last Day sembra prevalere l’apparenza, mentre la sostanza si spera arrivi nei prossimi episodi.
LAST DAY – EPISODIO 1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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