Sono pochi gli “autori” delle webserie italiane, quei talenti che hanno dimostrato così tanto da essere attesi con la loro opera successiva. Uno di questi è Riccardo Milanesi, nome sicuramente non eccessivamente noto tuttavia diventato famoso all’interno della cerchia di chi segue e fa webserie per il clamoroso esperimento di scrittura e realizzazione interattiva di cui fu protagonista con L’altra – Martina Dego . Si trattava di una serie che durante le festività natalizie del 2010 simulava attraverso una pagina Facebook stati, foto e video (ovviamente) il fatto che una ragazza, il cui profilo era stato creato ad arte settimane prima, fosse rimasta misteriosamente intrappolata dentro la scuola e avesse solo un computer per comunicare. Contemporaneamente un’altra lei viveva la sua vita.
L’interazione stava tutta nel rapporto che questa serie, le cui puntate uscivano per l’appunto durante le vacanze di Natale, stabiliva con i suoi fruitori e commentatori, i quali suggerivano e in molti casi partecipavano inventando per se stessi dei ruoli di finzione. Tutto in maniere imprevedibili per gli autori stessi.
Ora, quattro anni dopo, Riccardo Milanesi torna con Vera Bes (di nuovo un nome e cognome nel titolo), serie molto più scritta e tradizionale nella sua scansione che comunque incorpora elementi d’interattività.
Questa volta è nella creazione delle trame e dei singoli episodi che rientra la possibile attività degli spettatori. Come si vede dal primo episodio Vera Bes è una medium onirica, ha la capacità di entrare nei sogni delle persone che le chiedono aiuto e in questa maniera di vedere con loro cosa li ossessioni per poi liberarli. E proprio i sogni sono la parte che viene suggerita dagli utenti. Va da sé che quella di Vera Bes è una forma d’interazione più blanda che in passato e meno invadente nel contenuto. La natura di L’altra infatti era talmente sperimentale da essere irripetibile, irreplicabile e indistribuibile, aveva senso unicamente dentro Facebook e non è più stato possibile fruirne se non in maniera indiretta, indagando autonomamente nei commenti. Inoltre la poca prevedibilità degli esiti e dei contributi aveva reso la pubblicazione sempre più difficile.
Perché il punto stesso del concetto di interattività, cioè del contributo degli utenti alla strutturazione di un racconto, è la perdita del controllo da parte dell’autore, praticamente l’incubo di chiunque. Per questo una vera interattività non può esistere in un prodotto ripetibile e replicabile, può essere solo un esperimento.
L’abbiamo scritto spesso che nemmeno Lost in Google era davvero interattivo ma prendeva spunto da una selezione dei moltissimi commenti ricevuti, a discrezione dei suoi creatori, per poi da lì creare una trama. Così anche Vera Bes fa un uso irregimentato dell’interazione e forse sarebbe meglio definirla una webserie in crowdsourcing, cioè realizzata grazie ad un po’ di lavoro di chi poi la fruirà.
Girata con più varietà d’ambienti, una certa sofisticazione di scenografie (specie per le parti oniriche che ne sono bisognose) e pochi fronzoli Vera Bes sembra una webserie americana più che italiana, ripiegata cioè su temi sviluppati già a dovere su altri media (cinema e tv) e volenterosa di creare il medesimo tipo di narrazione anche online. Insomma Riccardo Milanesi e Francesco Mazza non si sono adagiati su quel che già si fa o sulle convenzioni delle produzioni più di successo della rete italiana ma sono andati a pescare nella serialità televisiva d’azione per spingere un passo in avanti quel che è possibile vedere online.
VERA BES – TEASER
VERA BES – Episodio 1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo