Sono stati i primi a trasportare un libro in una webserie, inventando una modalità di racconto esplosa che ha nel video la sua punta di diamante ma alimenta lo storytelling con tutti i mezzi d’espressione della rete. Ora, dopo i fasti di Lizzie Bennet Diaries , sono passati ad Emma Approved . Si tratta di Hank Green e Bernie Su che per i Pemberley Digital hanno portato online Orgoglio e Pregiudizio nella forma del vlog di Elizabeth Bennet e ora continuano il lavoro sulla materia di Jane Austen con uno dei romanzi più curiosi ed inusuali: Emma .
Difficile capire il motivo per il quale sia stato scelto proprio questo romanzo, una ragione commerciale avrebbe voluto che prima arrivassero altre opere più note come Ragione e sentimento , tuttavia sembra di capire che la tematica di Emma (storia di una ragazza che accoppia altre persone, come un’agenzia matrimoniale) si sposi bene alla trasposizione moderna. È evidente infatti come tutte le webserie ad oggi parlino, sotto sotto e dietro le metafore delle trame, di internet e dei suoi meccanismi e Emma Approved non scappa a questa legge mettendo in scena le dinamiche del dating online.
Quello che stupisce semmai è la scelta di una storia con una protagonista non particolarmente simpatica, la stessa autrice nella prefazione scriveva: “Sto per descrivere un’eroina che non potrà piacere a nessuno, fuorché a me stessa”.
Nella webserie questo è immediatamente evidente, la protagonista Joanna Sotomura ha un’arroganza e un modo di apparire lontano anni luce dalla simpatia istintiva delle protagoniste di Lizzie Bennet e più vicina all’antipatia di molto del materiale che si incontra online. Scelta vicina al realismo di internet ma di difficile digestione.
Di certo l’andamento e il piglio sembrano gli stessi della serie che ha vinto diversi premi (compreso un Emmy) ovvero un format che parte dal videoblog e che vede la protagonista tirare di volta in volta dentro l’inquadratura gli altri personaggi e riassumere i passaggi della storia che avvengono fuori dalla webcam con il piglio del racconto personale. Siamo solo al primo episodio ma già l’attacco che riprende la prima riga del romanzo (“Emma Woodhouse: beautiful, clever and brilliant”) è in linea con il format di Lizzie Bennet.
Più che altro ritorna quella che era la parte più interessante dell’adattamento di Hank Green e Bernie Su, cioè l’esplosione della storia di una miriade di mezzi di comunicazione differenti riuniti sotto il cappello di internet.
Storicamente la letteratura si adatta male alle altre forme di racconto audiovisivo perché è più vasta di un’opera teatrale o di un film (forse solo una serie televisiva vi si avvicina come lunghezza di racconto), finendo per selezionare cosa rappresentare o nei casi migliori per usare solo lo spunto del racconto.
Gli adattamenti di Pemberley Digital invece, non solo non lesinano sul tempo di messa in scena (Lizzie Bennet era arrivata ad un centinaio di episodi di circa 5 minuti l’uno), ma soprattutto non rinunciano a nessun elemento della storia, nessuna minuzia e nessun anfratto, sfruttando i diversi tipi di narrazione forniti da internet. Se il troncone principale di trama va sul vlog, anche per Emma Approved sono attivi un blog, un account Google+, Instagram, Pinterest, Facebook e Twitter, fintamente assegnati alla protagonista per seguire la sua vita off screen, quindi raccontano tutto ciò che del libro rimarrebbe fuori da un normale adattamento.
Al secondo tentativo con questa modalità narrativa (in mezzo c’era stata la più curiosa prova di Welcome to Sandition ) da Pemberley Digital cominciano a dare forma ad una caratteristica di linguaggio che internet fino ad ora aveva trascurato. Nonostante infatti la sua sete di storie e trame, la rete audiovisiva non aveva praticamente mai optato per l’adattamento (probabilmente anche per l’estremo ricorso che ne fanno televisione e cinema, da cui storicamente la rete cerca di distanziarsi). Bernie Su e Hank Green hanno inventato di fatto una modalità narrativa unica e impossibile da imitare dagli altri media, che lavora sul testo a diversi livelli di profondità e coinvolgimento (non tutti seguiranno tutto, ognuno modula il coinvolgimento sul proprio grado di interesse).
A prescindere dall’esito di Emma Approved i due già hanno vinto la battaglia del linguaggio.
EMMA APPROVED – EP.1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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