In un momento in cui la tecnologia di streaming video conosce il suo momento di più alta evoluzione, in cui si comincia finalmente ad immaginare un uso non solo per il video in rete ma anche per la sua versione live , dopo i consueti anni di promesse mancate, anche in Italia cominciano a muoversi i primi esperimenti interessanti tra on demand e streaming puro, cioè una trasmissione che riproponga la logica dell’appuntamento e dell’evento.
Mentre negli Stati Uniti si discute e molto sulla pessima copertura online che la NBC ha fornito per le Olimpiadi invernali (che come altri grossi eventi funziona da dimostrazione dello stato dell’arte della tecnologia in un certo momento storico), mentre nel Regno Unito si registra il fatto che nell’ultimo anno gli utenti di iPlayer sono raddoppiati (anche in virtù delle sempre nuove piattaforme che lo supportano) e mentre tutto il mondo d’improvviso si diletta a scambiare flussi video live con Chatroulette, in Italia la tecnologia di streaming è utilizzata da tempo con una certa efficienza dalla RAI che ha fatto un lavoro meritevole sulla propria presenza Internet, come già si era notato .
Ma se la televisione di stato pur con cognizione di causa non va più in là della trasmissione online dei propri canali e della distribuzione on demand di molti contenuti, sono i privati ad aver cominciato a tentare, finalmente, qualcosa di un po’ più audace, stimolati anche dalla virtuosa esigenza di gareggiare contro la pirateria sul suo medesimo terreno.
Sulla frontiera si pongono infatti Telecom Italia e MyMovies, il grande papà delle telecomunicazioni italiane e il principale sito di cinema del nostro paese, l’uno pronto a distribuire le puntate di Lost in anteprima come esperimento promozionale per Cubovision, l’altro con una serie di anteprime cinematografiche (anch’esse a scopo promozionale) a posti limitati. La questione però per entrambi è come un tipo di fruizione data per morta, quella appunto del video in diretta, abbia invece ancora molto senso d’esistere in rete e anzi possa trovare sbocchi nuovi.
Solo la miopia di chi non mastica di tecnologia ed è convinto che, presa una strada, la rete si evolva in maniera coerente e continuativa lungo un unico percorso, può indurre a pensare che ci sia spazio unicamente per i contenuti on demand o in download quando questi in realtà sono solo quelli tecnologicamente più facili da mettere in piedi e dunque i primi ad essere realizzati. In realtà con l’aumento delle disponibilità di connessioni veloci, l’aumento medio della banda e lo sviluppo di tecnologie migliori per la condivisione di video in streaming si ritorna a parlare di visione in diretta dopo anni di minacciata morte.
Il calcio d’avvio al cinema trasmesso in streaming l’ha dato La bocca del lupo , il primo film italiano a vincere il festival di Torino in 27 anni d’esistenza della manifestazione, mandato in onda (è il caso di dirlo) sul sito di MyMovies il 15 febbraio alle 21.15 per circa 300 invitati. Non potendo contare su tecnologie proprie il sito si è appoggiato ad Akamai per lo streaming che funzionava, come si conviene in questi casi, a livelli di qualità diversi per ognuno a seconda della velocità di connessione.
Per l’occasione la platea virtuale era composta da giornalisti specializzati, addetti ai lavori e un certo numero di utenti del sito, selezionati attraverso meccanismi casuali, premiazioni e richieste. Per le prossime anteprime invece gli inviti saranno circa il doppio (comunque limitati) di cui i 4/5 presi tra gli utenti. Ma poco importa. La cosa più importante che la sperimentazione di MyMovies ha dimostrato è stata la volontà delle produzioni e soprattutto distribuzioni italiane di aprirsi alla rete (sebbene con la solita moderazione) assecondando modi e tempi della pirateria. Benché infatti l’operazione del sito di cinema sia perfettamente legale, la sua logica, cioè la visione gratuita in streaming di un film non ancora uscito al cinema, ricalca in pieno quella dell’offerta pirata. Non a caso il risultato è stato un successo. Certo molto del merito va all’accurata scelta di un film come La bocca del lupo, in bilico tra impegno sociale, alibi intellettuale e orgoglio nazionale (per il premio ricevuto), non a caso la prossima “proiezione” in streaming dal sito ( prevista per il primo marzo) sarà un poliziesco autoriale europeo, una pellicola ancora in equilibrio tra appeal d’intrattenimento, raffinatezza cinematografica e alibi intellettuale. Forse film più estremi come un blockbuster americano o un dramma armeno non susciterebbero il medesimo interesse e le medesime reazioni.
Sempre in linea con quanto si fa nel mondo della fruizione pirata è stata anche l’idea di Cubovision di Telecom che in vista dell’inizio della sesta e ultima stagione di Lost, uno dei momenti di massima aggregazione del pubblico della rete come si nota anche dal fiorire dei meme a tema, ha deciso di mutuare il modello di distribuzione dalla pirateria offrendo a 24 ore dalla messa in onda statunitense di ogni puntata, la stessa in versione sottotitolata e in streaming anche se on demand e non in diretta per 2 euro.
Sebbene non esistano ancora dati su come stia andando la fruizione o su come il servizio abbia inciso sul “mercato” della sottotitolatura non ufficiale, anche in questo caso come per il precedente sembra più importante il fatto che ci si stia muovendo sul fronte di una forma di distribuzione online, coerente e in linea con i tempi e le abitudini di fruizione pirata ma consolidate degli utenti, che l’effettivo successo di un’operazione comunque di nicchia.
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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L’autore del commento lavora come collaboratore per MyMovies