Caricato online nella sua interezza nella medesima giornata, come fosse una produzione di Netflix, Anamnesis è un thriller di fantascienza indipendente spezzato in 5 parti della durata tra i 12 e i 15 minuti, dunque circa 70 minuti di narrazione molto intelligente tra realtà e sogno ad occhi aperti, pieno di fili narrativi interrotti che l’ultimo episodio annoda per fornire la chiave di lettura migliore.
Ha la durata e la compattezza di un film ma la struttura a misteri crescenti delle serie, su tutto regna uno spirito di fantascienza puro, quello che mette le persone di fronte a nuove scelte, imposte da scenari solo prevedibili e leggermente distorti per non somigliare ad un sogno quanto più ad un incubo. Confonde le acque tra realtà e finzione, introducendo sempre l’idea, tipica della scienza, che esista di più di quel che si sa.
Per usare una frase sola è una produzione ambiziosa, seria e ben fatta che ha scelto internet (anzi YouTube, cioè la sua parte meno redditizia) per la distribuzione.
Dietro a tutto ci sono Alex Calleros e Michael Tucker (sceneggiatori e registi) con la produzione di Finite Films che su Kickstarter aveva raccolto la misera cifra di 15mila dollari (sull’ancora più misera richiesta di 10mila dollari) ma ha saputo mettere in piedi una macchina esile e trovare la fantascienza nella testa dei personaggi più che nelle immagini. Anamnesis conferma l’impronta che luoghi comuni, immagini, scansione e modello di Lost hanno avuto sulle webserie, una di gran lunga più indelebile di quella avuta sulle serie tv, unendoli ad alcune suggestioni da labirinto della mente di Inception.
Ma Anamnesis non è nemmeno il solito prodotto derivativo che cavalca qualcosa di assurto alla notorietà su altri media per una più semplice e rapida diffusione: è semmai qualcosa di estremamente sofisticato ed indipendente che per caratteristiche produttive e ambizioni ci si aspetterebbe di vedere altrove. Ha una scrittura seria, attori capaci di recitare e una non comune capacità di montare un racconto per renderlo digeribile.
Sempre di più la rete è una scelta di posizionamento e produzioni come Anamnesis la scelgono sempre meno, bisognose di un ritorno economico più diretto e mai troppo certe del proprio possibile successo. Finite Films invece scommette sulla bontà di quel che ha fatto, ha una campagna crowdfunding alle spalle e decide di potersi permettere la piattaforma più vista e meno remunerativa. Anamnesis sarebbe stato tranquillamente preso da Vimeo Plus o da altre piattaforme a pagamento, appartiene alla categoria di produzioni che possono permettersi di chiedere denaro allo spettatore senza l’imbarazzo di non esserne all’altezza. È girato per essere così e la campagna Kickstarter dimostra bene che Finite Films non è una banda di improvvisati, eppure viene offerto gratuitamente.
Forse proprio l’accuratezza e la bontà di Anamnesis gettano la luce giusta su quanto internet sia un mezzo atipico (ad oggi) per la distribuzione audiovisiva, ovvero un mezzo in cui i posizionamenti in grado di pagare di più non sono i medesimi che garantiscono il massimo delle visualizzazioni, un mezzo in cui quella tra guadagno e diffusione è una scelta e non una concordanza. Per il momento dunque godiamo della prima stagione della serie di Finite Films in attesa di vedere se il loro progetto preveda (almeno) di usarla come biglietto da visita per vendere a qualcuno la seconda.
ANAMNESIS – EPISODE 1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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