Una gran parte dei media, almeno a partire dagli anni ’80 in poi, ha cominciato a contenere media stessi. I contenuti che venivano veicolati riguardavano cioè sempre di più lo stesso mezzo di comunicazione che li veicolava. Televisione che parla di programmi televisivi, cinema che parla di film o registi, stampa che parla di altra stampa. Internet è nato, e non arrivato a questa forma di metariflessione: fin dall’inizio uno dei contenuti che più hanno caratterizzato la rete sono state riflessioni sullo stato della rete o su ciò che accadeva in rete. Poi, con il tempo, per fortuna è aumentato l’aspetto dei servizi e sono aumentati altri tipi di idee e argomenti: tuttavia, anche ora, la rete è uno degli argomenti preferiti della rete.
L’espressività mediata dal video ha un modo tutto originale di parlare di sé e mettersi in scena, lo fa con i meme (che sono vere e proprie conversazioni ombelicali reiterate perché non corrispondono a niente nel mondo reale e contengono solo se stesse) e lo fa con l’autopromozione (video che promuovono altri video).
Il cinema, al contrario, da tempo cerca di dialogare con le proprie immagini, cioè cerca una maniera di raccontare se stesso (dagli anni ’90 a oggi si sono moltiplicati di anno in anno i documentari sui registi), usando le immagini per commentare altre immagini, inventando maniere creative per raccontare l’audiovisivo con l’audiovisivo. Tuttavia internet ci è arrivata prima.
Si chiama ::kogonada , ed è un account di Vimeo che raccoglie circa 13 video originali, ognuno è un saggio su un certo argomento cinematografico (quali il tempo nei film di Linklater , gli occhi in quelli di Hitchcock , la prospettiva dal basso nei film di Tarantino …), roba di cinefilia dura e pura che non interessa a nessuno se non agli appassionati, niente di popolare o divulgativo. Lo stesso::kogonada, da illustre sconosciuto, ha affermato in rete una modalità di trattare l’audiovisivo nuova e dirompente, competente e manipolatoria (nel senso buono).
La sofisticazione delle sue considerazioni e l’abilità nello spiegarsi proprio attraverso il montaggio e le immagini degli stessi film di cui parla sono tali che la Criterion (casa editrice Home Video punto di riferimento per le edizioni di cinema di qualità del passato) l’ha assoldato per fare molti dei suoi extra e ogni suo nuovo video è atteso e condiviso dalla comunità cinefile.
Quello che::kogonada fa è un montaggio di poco più di 5 minuti, usando clip che mostrino bene quel che vuole spiegare, ma ancora più in là cerca di usare il montaggio e la selezione delle immagini in un ordine e una maniera che sviluppi una narrazione. In sostanza prende dei film (che sono dei racconti), li smembra e li riassembla in un video che racconta qualcos’altro, qualcosa che spiega quelle immagini stesse. Questo significa riflettere su come si producono storie per immagini, attraverso l’uso delle immagini stesse.
Sembra un discorso contorto e involuto ma è un passaggio fondamentale, perché se sempre di più i mezzi di comunicazione riflettono su se stessi, internet è quello che meglio di tutti ha capito come far emergere modalità innovative di messa in scena a questo riguardo.
Quando ci chiediamo che ruolo giochi nel grande mercato audiovisivo internet, se sia una fucina di nomi e talenti che si fanno notare e poi finiscono in produzioni maggiori sui vecchi media o un luogo di produzioni underground o ancora un mercato in esplosione, non bisogna trascurare che continua ad essere il luogo non tanto di “sperimentazione” (che in sé non ha una valutazione né positiva né negativa) ma di creazione dei nuovi linguaggi. La lingua che parliamo, sia quella scritta che quella per immagini, sta cambiando a partire dalle novità che si diffondono e riscuotono successo online. I vecchi media se ne possono anche cibare ma è sempre qui che chi ha qualcosa da dire decide di farlo.
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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