Buzzfeed è diventato abbastanza noto negli ultimi anni per essere riuscito per primo (e meglio di altri) a cavalcare la maniera in cui i social network possono contribuire alle visite del proprio sito. In sostanza è l’artefice principale di un nuovo modo di catalizzare visite verso le proprie pagine, uno che passa solo secondariamente per la home page intesa come luogo in cui i propri contenuti sono presentati o indicizzati, e più attraverso la veicolazione delle singole pagine sui propri canali sociali. Solo due anni fa Buzzfeed ha cominciato a dedicarsi anche ai video, utilizzando il proprio canale YouTube precedentemente semivuoto e assumendo Ze Frank come executive vice-president della sezione. Il risultato è stato abbastanza clamoroso: ora i 4 canali di Buzzfeed hanno numero di iscritti in totale di quasi 3 milioni.
La produzione, alla stessa maniera del sito, gira intorno al cazzeggio e alle notizie che vanno di più, cerca cioè di incrociare quello che è più cercato in un certo momento (ad esempio: i mondiali di calcio se è il periodo in cui i mondiali di calcio stanno iniziando) con un contenuto molto divertente e di facile appeal. In sè questa strategia non è niente di nuovo, teoricamente è ciò che fanno tutti quanti i canali che cercano click, Buzzfeed però sta cercando di applicare ai suoi video il medesimo tipo di rivoluzione che ha così ben portato sul sito.
In sostanza anche per i canali YouTube solo il 35 per cento del traffico viene dalle fonti più tradizionali ovvero dagli iscritti e da buzzfeed.com , cioè dalla home. Il grosso ovviamente viene dai social network. Questo significa che Buzzfeed riesce a far diventare virale quasi ogni suo video, di certo non tutti alla stessa maniera ma la media è sempre nell’ordine delle centinaia di migliaia di visualizzazioni per circa due video nuovi messi ogni giorno su ognuno dei 4 canali.
Non si tratta di materia raffinata, Buzzfeed funziona così tanto non perchè riesce a spingere bene in Rete qualsiasi contenuto ma perchè immette in Rete solo contenuti che possano essere spinti bene, dunque produce pensando a cosa funzionerà e in base a quel che ritiene possa essere condiviso e visto. Senza contare che usa le thumb di preview e la titolazione in maniera spietata, con le peggiori locuzioni e le più accattivanti forme di provocazione (l’ormai classico “Non crederete mai cosa è successo a questa ragazza”). Lo stesso però la cosa veramente interessante che ha spiegato Ze Frank in una presentazione al Digital Content Newfronts è come stiano cercando di fare reverse engineering delle preferenze degli utenti.
Dal caos che è la fruizione video su internet Buzzfeed sta cercando a suo modo di trovare dei pattern, delle strutture fisse e cavalcabili. Principalmente si tratta di dividere in 3 le categorie di video più condivisi, per Ze Frank sono: qualcosa che definisca la nostra personalità (dunque un video che riveli qualcosa di chi lo condivide e magari parli di un luogo specifico, di un modo di essere, di una preferenza ecc), qualcosa che viene mandato per far piacere al ricevente (solitamente cose estremamente divertenti o estremamente tenere) o infine qualcosa su un argomento ritenuto rilevante (questo può essere una questione politica come il problema delle doppie punte). Cercando di barcamenarsi tra queste tre direttrici, e producendo un numero di video equamente suddiviso tra di esse, Buzzfeed riesce ad individuare gruppi di fruizione e far girare i propri video.
Ma una delle tre categorie in particolare, spiega sempre Ze Frank, è quella che ha funzionato meglio: i video che definiscono la personalità di chi li guarda. Sorprendentemente non solo sono molto condivisi ma sono anche molto guardati, più degli altri, questo perchè non li guardano e condividono solo le persone che si identificano con quel tipo di personalità o problematiche raccontate ma soprattutto perchè lo fanno tutti gli altri. Un video sui mancini è guardato anche dai destri, uno sulle difficoltà di essere nativo americano nello Utah è guardato dai cinesi, dagli afroamericani o dai caucasici e via dicendo. Quello che Ze Frank sostiene di aver scoperto in sostanza è che l’informazione molto specifica su chi siamo, come siamo e come abitiamo il mondo è uno dei generi più efficaci in rete.
GIRLS ANSWER IF SIZE MATTERS
WHAT’S LIKE TO BE A WOMAN AT NIGHT
THE REALITY OF MAKING FRIENDS AS AN ADULT
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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