Vista la forte autoreferenzialità di internet è strano quanto tempo ci sia voluto prima che le webserie cominciassero a rappresentare direttamente la Silicon Valley, o almeno le sue ossessioni e i suoi temi ricorrenti.
Mentre l’ufficio, inteso in maniera generica, è stato uno dei luoghi prediletti delle webserie fin da subito, assieme agli altri ambienti tipici della vita dei circa-30enni (come l’appartamento condiviso), San Francisco e lo stile di vita da startup non hanno quasi mai fatto capolino in una serie.
La produzione online soffre una forte dipendenza dalle storie e dai format di successo su altri media più grandi e vecchi. Se nei primi anni di vita di questa produzione (dal 2006 al 2008) l’esempio di The Office era quasi ineludibile, in questi ultimissimi anni è invece aumentato l’interesse della serialità televisiva per i computer geek . Non solo Silicon Valley prende di petto il tema (e in maniera umoristica, il che l’avvicina inevitabilmente alle webserie) ma anche serie più drammatiche come Halt and Catch Fire , celebrano le ossessioni e le manie della computer era .
Arriva quindi, quasi consequenzialmente Tech Boom! , serie di Hector Escarraman, Jack Birmingham e Loren Risker che racconta piccoli stralci di vita da Bay area . Possono essere momenti presi dalla vita di una startup, oppure idiosincrasie legate a nuovi servizi o nuove tecnologie ( come con Uber ) o ancora sperimentazioni su tecnologie assurde: di fatto ogni episodio della serie ironizza sulle manie dei geek e del loro mondo, sconfinando facilmente dal lavoro alla vita privata.
La presa in giro suona autentica perché si intuisce che dietro c’è qualcuno che quel mondo lo conosce davvero (per non dire che vi appartiene), i riferimenti sono precisi, i luoghi comuni più abusati sono banditi e si respira quasi un’aria da distopia comica.
Al contrario, è anche vero che nei suoi momenti migliori Tech Boom mostra un atteggiamento feroce contro quel che critica e rappresenta. Non c’è mai la volontà di compiacersi. Le assurdità che fanno ridere quando riferite al lavoro, diventano più serie e amare quando vengono intelligentemente trasferite alla vita privata.
Forse è questa la vera motivazione per la quale, nonostante la forte autoreferenzialità di internet, le webserie che raccontano il mondo di chi nella rete ci lavora di più hanno impiegato così tanto tempo per arrivare, perché era necessario un occhio meno esaltato, meno partecipe e più distaccato e critico per riuscire a centrare, come fa Tech Boom negli episodi migliori, tutto ciò che di assurdo e grottesco c’è in quel nuovo settore lavorativo che in breve è diventato anche un nuovo stile di vita.
TECH BOOM – DISRUPTIVE BUZZWORDS
TECH BOOM – SELF DRIVING CAR
TECH BOOM – DOG LOVER
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo