Ci sono i prodotti fatti bene e quelli fatti male. Ma per creare bene qualcosa di fatto male serve vera abilità. Il team Dinosaur Worldwide ce l’ha.
Si tratta di una produzione australiana (principalmente imputabile a David Ashby e Dario Russo) che qualche anno fa era salita agli onori della cronaca della rete per un mediometraggio messo online diviso in episodi, una presa in giro dello stile filmico anni ’70 che aveva suscitato moltissimo interesse. Era Italian Spiderman .
Con lo stesso piglio (ma un budget evidentemente superiore) ora hanno portato online una miniserie di 5 episodi chiamata Danger 5 .
L’idea è la medesima: fare un racconto molto poco plausibile, imitando lo stile ingenuo e cialtrone della peggior exploitation a basso costo anni ’60, con lo scopo di realizzare un salto carpiato semantico. Far ridere e intrattenere con una produzione che si vorrebbe fatta male ma in realtà è talmente sofisticata da calibrare ogni cattiva pennellata con la sapienza di chi l’audiovisivo lo padroneggia al massimo.
Non ci sono infatti battute o gag propriamente dette in Danger 5, ma tutto, a partire dalla trama fino ai costumi, è esilarante. Danger 5 ha la forza delle migliori produzioni, quella di non basarsi solamente sulla sceneggiatura per dire quel che ha da dire, ma di usare a pieno tutto quel complesso di regia, fotografia, montaggio, scenografia, recitazione e via dicendo, che va sotto il nome di “messa in scena”.
La serie è ambientata negli anni della seconda guerra mondiale, un gruppo di agenti segreti vestiti in pigiamini da serie classica di Star Trek (con un po’ meno copertura per le donne) si imbarca in una missione per uccidere Hitler, eseguendo gli ordini del loro capo, un uomo con la testa d’aquila e la giacchetta di “Il prigioniero”.
Il risultato sembra Team America che ha mangiato Bastardi Senza Gloria, ha cioè tutto il divertissement di un plot che va a parare sul più classico dei classici (il piano per uccidere Hitler, le risorse segrete del Reich, l’idea del malvagio che vuole conquistare il mondo, la formula del guerriero invincibile e i diamanti rubati, materiale che sembra uscire dai curricula di Tarantino e Rodriguez messi insieme) unito ad una realizzazione estremamente raffinata.
Non c’è infatti un singolo elemento della messa in scena di Danger 5 che non sia curato all’inverosimile. Dal doppiaggio leggermente fuorisincrono e poco plausibile, all’eccesso di violenza gratuita, dalle luci fino agli ammiccamenti sessuali, le musiche kitsch, un po’ di maschilismo d’antan e delle miniature che vorrebbero essere scenografie da esterno che da sole valgono i click.
Come spesso accade, lo spunto per la produzione online viene da una tendenza nata su altri media. In particolare al cinema, con il ritorno di una certa passione per il vintage e per le produzioni ingenue ma genuine degli anni ’60, tutte intrattenimento basico e trovate spettacolari che oggi non sono più tali e fanno quasi tenerezza. Eppure Ashby e Russo riescono a trattare la materia mantenendo intatta la forza eversiva delle migliori webserie, la capacità cioè di sbeffeggiare le altre tipologie di produzioni audiovisuali superandole a destra in quanto ad audacia, facendosi forza di un pubblico diverso, più smaliziato e pronto a cogliere il gioco intellettuale.
Russo e Ashby riescono quindi (e sarebbe la prima volta per un prodotto online) a passare ad un livello superiore di budget, senza calare in qualità, riescono a tradurre la maggiore quantità di soldi spesi in un aumento proporzionale di godibilità. Se infatti Italian Spiderman aveva alla base un’idea talmente demenziale da sembrare partorita da una compagnia di uomini durante una nottata d’alcol, con una realizzazione non sempre costante per ritmo e riuscita, Danger 5 è perfetta. I 5 episodi da 6 minuti (usciti a cadenza regolare per 5 settimane) scorrono lisci e senza intoppi. Grazie alle mille trovate che costellano ogni inquadratura non sopravviene mai la noia né il senso d’usura delle gag o del vintage andato a male.
DANGER 5 – EPISODE 1
DANGER 5 – EPISODE 2
DANGER 5 – EPISODE 3
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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