WebTheatre/ Le strade dell'interattività

WebTheatre/ Le strade dell'interattività

di G. Niola - Una storia divisa in rivoli che seguono i protagonisti, generando sguardi parziali su una vicenda già interamente online. Per sciogliere le questioni in sospeso, l'autore chiede clic
di G. Niola - Una storia divisa in rivoli che seguono i protagonisti, generando sguardi parziali su una vicenda già interamente online. Per sciogliere le questioni in sospeso, l'autore chiede clic

Di tutti i professionisti del cinema che in Italia stanno tentando timidamente di misurarsi con la webserialità Flavio Parenti è l’unico a prendere la questione di petto. Non solo ci si butta a capofitto invece che con il freno a mano tirato (come ad esempio hanno fatto i 4 attori di Last Day ) ma cerca anche di realizzare qualcosa di diverso, senza riciclare in rete idee che in realtà avrebbero avuto più senso al cinema o in televisione.
Già l’anno scorso aveva portato online i 10 episodi di #ByMySide , webserie di periferia, basata sui presupposti di Aspettando Godot (un gruppo di persone attende l’arrivo di un’altra e nel farlo parla e sviscera misteri e aspettative) ma contaminata con un po’ di giallo, e l’aveva fatto con una buona cognizione del mezzo e una grande campagna promozionale. Alla fine la webserie si è attestata sulle 30.000 visualizzazioni di media, risultato ragguardevole.

Days

Adesso, invece, il nuovo progetto è decisamente più ambizioso ma forse meno riuscito. Si tratta di Days , webserie che da una settimana è arrivata online tutta intera.
Tutti i 45 episodi sono infatti stati messi in Rete subito, visto il particolare meccanismo narrativo. Days è una webserie che si autodefinisce “interattiva”, ovvero una serie nella quale al termine di ogni episodio è possibile scegliere quale dei 4 personaggi protagonisti si vorrà seguire in quello successivo. È un racconto corale, una storia che si svolge lungo tre giornate e che gli utenti possono vedere saltando da un personaggio all’altro oppure decidendo di seguire sempre il medesimo e fruire solo della sua linea narrativa (la quale sarà inevitabilmente incompleta, poiché tanti elementi sono svelati nelle linee narrative degli altri).
È insomma una webserie corale, nella quale invece che esserci un montaggio che passa da un personaggio all’altro, l’utente deve selezionare quale parte della storia seguire di 4 minuti in 4 minuti (tanto dura ogni episodio). Non c’è possibilità di modificare l’andamento della storia, solo di scegliere che personaggio guardare, su questo l’autore è abbastanza chiaro: “Vengo dal teatro e reco un grande rispetto per il poeta: per me una storia è sacra e deve essere tutelata in tutti i modi. Chi dà la possibilità ad uno spettatore di modificare la storia con una scelta manca di rispetto alla poesia, alla sua interezza, alla sua profonda coesione intellettuale, alla sua inconsapevole deità. Detto in parole semplici, schifo l’intervento dello spettatore nella storia: è una forma di prostituzione narrativa che non rispetto”.

Tuttavia è proprio in quest’idea di interazione, nel dare agli utenti la possibilità di comporre la storia a piacimento scegliendo il punto di vista attraverso il quale seguirla, che sta il difetto maggiore di Days. Perché l’utente non è mai abile quanto l’autore nell’organizzare il racconto né tutti possono (come auspica la serie) ripercorrere più volte la storia per seguirla da punti di vista differenti e comprendere bene tutto. Lo spettro dell’interazione aleggia sulle webserie da anni e pare fare solo danni, esclusi i casi in cui è solo uno specchietto per le allodole.
Ed è un peccato, perché Days non è assolutamente una webserie campata in aria, è girata bene e recitata in maniera decente.
In linea con quanto si produce e si scrive per la rete in Italia, anche Days punta su quei territori disertati da cinema e televisione, sul postapocalittico e sui misteri, non nascondendo mai di avere in mente Lost. Ci sono allarmi, numeri, una specie di bunker (anche se non sotterraneo) con dei computer e delle persone isolate che si fanno la guerra tra di loro. Soprattutto ci sono una valanga di punti interrogativi e poche risposte, il perché lo si scopre nell’ultimo episodio quando Flavio Parenti stesso, l’autore, si rivolge allo spettatore spiegando che l’unico modo per fare una seconda stagione è ottenere visualizzazioni, e invita alla condivisione.

E proprio il lato delle view , cioè il successo, è il più complesso da valutare, vista la modalità narrativa. Di certo i due video che fanno da “ingresso”, quelli cioè che vede chiunque voglia iniziare, insieme fanno circa 26mila visualizzazioni dopo più o meno una settimana online, tuttavia è anche vero che il primo video di una webserie è sempre molto più cliccato degli altri, in virtù della campagna promozionale (in questo caso molto buona). I video successivi si dividono il patrimonio di utenti e cominciano con poco meno di 2mila visualizzazioni l’uno e, com’è normale, calano con il procedere della storia, fino ad arrivare agli ultimi che hanno tra le 500 e 300 visualizzazioni l’uno.
La storia, se seguita tutta una volta, dura circa mezz’ora ed è composta da più o meno 11 video, dunque 45 video (perché i personaggi sono 4) ad una media di 1.000 visualizzazioni l’uno. Un risultato non esaltante (ma nemmeno pessimo) anche per essere la prima settimana.

DAYS TRAILER

DAYS: LA WEBSERIE – STAGIONE 1

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
24 gen 2013
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