Gli effetti visivi digitali sono una disciplina largamente artigianale, è difficile farlo capire a chi poco se ne interessa e poco ne sa, ma in realtà si tratta di un parente ben più vicino di quel che si possa pensare all’effetto speciale pratico, quello realizzato sul serio sul set. Per questo motivo sono in grande crescita youtuber o canali interi che lavorano su immagini a partire dall’effetto speciale, cioè video in cui il contenuto è l’effetto speciale e non ciò che gli sta intorno.
Il più costante, inventivo e abile di tutti è probabilmente Zach King, viner da 3,6 milioni di follower e youtuber da più di 450mila follower, che gira e posta video di pochi secondi centrati su una gag visiva, poche parole, nessuna storia e un unico grande effetto speciale.
La sua messa in scena è esemplare delle potenzialità, dell’artigianalità e dell’idea che sta dietro ai suoi video. Con luce naturale, inquadrature da smartphone invece che da videocamera e suono ambientale, riprende se stesso in scenette di vita quotidiana contaminate da eventi incredibili. Per lui gli effetti speciali sono come la magia per un prestigiatore: l’illusione che l’impossibile sia possibile grazie ad un trucco. Non è diverso da quel che faceva Georges Méliès , ovvero tradurre nel nuovo mezzo i suoi trucchi da illusionista, né è diverso dai prestigiatori “tecnologici” come Simon Perro (che però nell’asse tra digitale e reale lavorano più sul reale).
Come Zach King ci sono diversi altri suoi coetanei che sperimentano, giocano, inventano e creano storie partendo da un’idea visiva che ha a che vedere con il ritocco digitale. Paradossalmente è un misto di quel che fa l’animazione migliore (partire da un’immagine e sviluppare una storia intorno ad essa), unito alla ricerca di un’impensabile realismo. Viene subito da chiedersi, vedendo i loro video, come sia possibile che i loro effetti speciali siano così perfetti, invisibili e reali quando spesso capita di vederne di improvvisati e dozzinali in serie televisive o pessimi film. Il motivo è l’importanza che rivestono nel video. Come detto all’inizio, il ritocco digitale è una questione poco informatica e molto artigianale: non bisogna essere tecnici ma conoscere l’uso dei software e avere idee complesse a sufficienza. La maniera in cui Zach King e i suoi emuli pensano tutto intorno all’effetto digitale lo rende molto semplice, perché ogni elemento della messa in scena ne agevola la creazione. Invece spesso sia nelle serie che nei film, l’effetto digitale non è curato perché al momento ci creare una scena si bada più ad altro (recitazione, movimenti di macchina, fotografia…) e non si tiene conto (o non si conosce) il lavoro di chi opererà in post produzione, rendendolo quindi molto più difficile e più dozzinale.
Invece online, potendo slegare l’effetto da una storia più grande di lui, questo diventa centrale e il risultato di questo mutamento di centralità è una serie di video umoristici che non si fondano sulla parola, sulla recitazione o sulla scrittura (tipico espediente di chi non conosce per nulla il cinema) ma finalmente e di nuovo sullo specifico filmico, ovvero sulle immagini e quel che accade, per davvero o per finta, dentro lo schermo. Puro movimento.
Zach King sta cominciando a monetizzare questo successo, viene contattato e lavora per diversi brand facendo quello che sa fare meglio, applicandolo ai loro prodotti. Quanto si potrà ancora accettare effetti dozzinali quando online ragazzi di molto meno di 30 anni raccolgono milioni di visualizzazioni piegando la realtà ripresa in questa maniera?
ZACH KING – PRINGLES
ZACH KING – SLIP AND SLIDE = TELEPORTING
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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