Ci è voluto circa un anno dall’avvento di Lizzie Benneth per cominciare a vederne le conseguenze. Era abbastanza ovvio che un successo simile, baciato da pubblico, longevità e premi avrebbe portato ad una forte emulazione in un settore che ha continuo bisogno di soggetti e modi per mettere in scena che lo differenzino da cinema e televisione.
Dunque quando è esplosa questa modalità di adattare un testo esistente in una maniera originale per la rete, lentamente tutto il resto delle webserie si è adattato, a partire dalle meno sofisticate fino a quelle più elaborate (che ovviamente ci mettono di più a produrre).
Dunque dopo Lizzie Benneth Diaries e il suo adattamento di Orgoglio e pregiudizio è stato un tripudio di webserie che adattavano libri. Ma ci è voluto per l’appunto un anno per cominciare a vedere webserie che cerchino di fare il medesimo lavoro e magari portarlo un po’ più avanti. Jules and Monty è una di queste.
Come si capisce dal titolo adatta Romeo e Giulietta e ovviamente lo fa tutto dalla prospettiva di una webcam, sdoppiando i protagonisti. Romeo ha un vlog e Giulietta anche (curiosamente entrambi motivano il fatto proprio come Lizzie Benneth, un progetto scolastico).
Invece che accadere tutto in un piccolo centro la scelta è di ambientarlo in un college, in modo che si possano replicare non solo le dinamiche di un paese ma anche quelle di potere che regolano la storia originale. Così il padre di Giulietta è un pezzo grosso delle istituzioni e la festa in cui i due si conoscono è una di quelle organizzate dai college e via dicendo.
Cosa ancora più importante, nonostante il video che vediamo sia tutto parte dei “progetti” di Romeo e Giulietta (il fatto che debbano tenere un videoblog per il corso di comunicazione), la webserie devia anche dal canonico punto di vista da webcam, quando i due portano la videocamera in giro dando a tutto un sapore da found footage come fa il cinema (ed è incredibile come in realtà si finisca dalle parti di lonelygirl15 ) e consentendo un doppio punto di vista (quel che gira lei e quel che gira lui).
Non ci sono dunque solo le stanze a fare da background, ma c’è qualcosa di più, però mai in deroga al principio fondamentale per il quale sono i personaggi stessi a raccontare la storia mentre essa avviene.
Un concetto non diverso anima The peculiar Case of Formula 12 , che è l’adattamento di Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde , tutto giocato sui diari di uno scienziato che sta sperimentando su se stesso un medicinale.
In questo caso non c’è webcam, ma ci sono riprese di sedute di terapia, sessioni di somministrazione dei medicinali e una specie di videodiario che il protagonista tiene (e invia agli amici) quando è Hyde, cioè quando gira per la città commettendo omicidi.
Inutile a dirsi è molto meno plausibile e curato The peculiar Case of Formula 12 di Jules and Monty (che sebbene non abbia la recitazione perfetta di Lizzie Benneth se la cava molto bene), ma è evidente che entrambi sono sullo stesso piano nel cercare di trasformare storie che già esistono in versioni per la rete, cioè più personali e a livello dell’utente. I protagonisti raccontano in prima persona la propria storia parlando direttamente allo spettatore come nei videoblog o riprendendo quel che fanno, con un’impressione di realismo che spesso stona con l’uso (sparuto) della lingua dei libri.
Cinema e tv per decenni hanno lavorato sulla medesima maniera di mettere in immagini le pagine scritte, la rete sembra il primo mezzo audiovisivo a cercare di distinguersi, cambiando radicalmente il punto di vista e la posizione del fruitore nel racconto della trama. E non è poco.
JULES AND MONTY EPISODE 1
JULES AND MONTY EPISODE 2
THE PECULIAR CASE OF FORMULA 12 – EP 1: PROLOGUE
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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