La stella di Tom Hanks è oggi meno luminosa di ieri. Capita. E dopo un tentativo , non esaltante nemmeno al boxoffice, in qualità di regista e attore (girare un film in proprio, in cui poter recitare è una di quelle cose che gli attori fanno quando non ricevono più ruoli da altri registi) è il turno della rete. Internet come ultima spiaggia o come ponte di rilancio.
Tom Hanks allora scrive e produce (con la sua società) Electric City , progetto che, sostiene l’attore, cova da molto tempo e al quale tiene molto. Siccome si tratta di una storia di fantascienza distopica e siccome la sua società di produzione non ha le disponibilità di Universal Pictures la webserie è animata. Ma questa caratteristica di ripiego si rivelerà uno dei punti di forza maggiori.
La goffagine del progetto è tutta rivelata dalla maniera in cui Electric City è andato online. Tutto insieme a colpi di 10 episodi. Dieci il primo giorno e altri dieci a 7 giorni di distanza per un totale di 20 puntate da 5 minuti circa l’una, compresa sigla e titoli di coda. A fronte di questo però la webserie arriva sottotitolata, Yahoo! da tempo ha deciso di investire con serietà sul video e quindi non stupisce una nazionalizzazione del prodotto fatta con cognizione. Semmai questo va inquadrato in un disegno più ampio che vede le webserie straniere (ad un certo livello produttivo) arrivare in Italia non più abbandonate alla loro lingua (e quindi solo per chi la capisca) ma sottotitolate o addirittura doppiate .
Il racconto è quella di un luogo di un futuro imprecisato, un futuro rétro, in cui la tecnologia dominante è quella del cavo elettrico, in cui non c’è nulla che non funzioni via cavo e in cui l’elettricità è l’arma usata per opprimere il popolo e contemporaneamente illuderlo che lo stile di vita “controllato” dall’alto sia il migliore. In questo mondo chiaramente si agitano dei tumulti, ci sono cospirazioni, spie, la borsa nera degli apparecchi elettrici, giustizieri, forze dell’ordine e un congresso di anziane che fanno cose più grandi della maglia che intrecciano. Tom Hanks si ritaglia il ruolo di doppiatore del protagonista, un poliziotto di giorno e operatore della rivoluzione di notte, le cui intenzioni si vanno svelando lungo la storia.
Dunque, nonostante la detta sconclusionata goffaggine del progetto, Electric City ha indubbiamente più d’un pregio, il primo dei quali è l’essere un racconto che non teme di mostrare la violenza e una visione dei rapporti interpersonali matura e adulta. Questo senza sconfinare in nessun eccesso di efferatezza o pornografia. Semplicemente un racconto adulto.
Il secondo pregio è, come anticipato, l’animazione. Un disegno 2D in ambiente 3D molto tirato al risparmio ma anche molto intelligente nel saper fare economia, molto centrato sugli sguardi e le fissità espressive e capace di creare personaggi (come la protagonista femminile) dotati di un fascino maturo che immediatamente fugano ogni dubbio sull’età del target di questo cartone.
Il risultato è una webserie che parte con idee conservatrici (fare online quel che non si può fare altrove) ma trova inaspettate caratteristiche esclusive. Il posizionamento ibrido di prodotto d’animazione statunitense con un target molto adulto, il tono del disegno estremamente maturo, la raffinatezza degli sfondi e la concezione alta di come viene interpretato visivamente il misto di fantascienza, estetica rétro e mood noir, sono tutte caratteristiche che non vengono da un buon budget ma da una produzione più libera e rischiosa del solito.
Una volta tanto lo si può dire: Electric City pare uno dei primi prodotti a budget e aspettative alte che non cerca di replicare le dinamiche da televisione o da cinema ma di utilizzarle per esplorare zone diverse della narrazione audiovisiva.
Pur mancando di una strategia distributiva furba (nonostante sia un’esclusiva Yahoo!) e pur rifiutando qualsiasi forma di avvicinamento ai propri spettatori (non solo l’ambientazione ma anche i personaggi sono lontani anni luce dall’utente medio), lo stesso Tom Hanks, a differenza dei molti nomi illustri che già hanno girato webserie con lo stesso piglio con il quale hanno girato film, rischia di mettere a segno un colpo che magari non sarà un successo commerciale (troppo affrettata e violenta l’uscita!) ma che potrebbe segnare un passo importante.
ELECTRIC CITY EP.1 – Truth or consequences
ELECTRIC CITY EP. 9 – The saddest of reasons
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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