Una delle caratteristiche migliori delle webserie è quella capacità di capitalizzare ciò che su internet ha fortuna. Ogni mezzo ha i suoi temi caldi, i suoi luoghi comuni in grado di attirare pubblico e a partire dai quali si cerca di realizzare di volta in volta qualcosa di diverso (la televisione, ad esempio, ha gli ospedali) e magari anche bello. Internet non fa eccezione.
Tra i moltissimi topoi della rete in grado di attirare facili visualizzazioni, mettendo da parte il sesso per un momento, uno dei più potenti e meno sfruttati per qualcosa di seriale sono i bambini.
Will Ferrel ci ha lanciato il suo Funny or Die con un video a tema bambino rigirato attraverso il suo stile demenziale e continuamente i bambini compaiono nella top ten dei video più visti del Pianeta, eppure non ci sono state webserie di successo in grado di capitalizzare realmente l’attrattiva dei bambini che fanno o dicono.
Matt Clarke sembra dunque il primo ad essere riuscito ad aggirare il problema principale, cioè rendere ripetibile e far accadere apposta ciò che solitamente ha successo perché casuale.
Convos with my 2 year Old è una serie di video che nemmeno è una serie, cioè al momento ne esiste solo uno in un canale aperto appositamente (cosa che fa intuire il fatto che saranno una serie) ma già ha fatto segnare cifre notevoli: oltre 4 milioni di visualizzazioni in 9 giorni e più di 70mila iscrizioni al canale. Tutto con un solo video di 1 minuto e 46 secondi.
L’uovo di Colombo è quello di rimettere in scena qualcosa che è realmente accaduto. Con valori produttivi professionali (segno di serietà), Matt gira le conversazioni avute con la figlia di due anni, facendola interpretare da un uomo adulto, David Milchard. Il cambio di persona ovviamente si accompagna anche ad un cambio di tono attraverso il quale sono recitate le battute, da cui l’effetto comico.
Rispetto ai video amatoriali di bambini c’è insomma uno strato in più di sofisticazione ed elaborazione. Clarke di fatto crea un contenuto di finzione che parte da una base vera e che, nella testa degli utenti, rimanda di continuo a tale realtà. La sensazione che cerca è quella di “Sono proprio le cose che dicono i bambini”, non a caso nel finale (con intuizione non cretina e molto ruffiana) l’adulto ridiventa bambina.
Quel che il primo episodio di Convos with my 2 year old dimostra è sostanzialmente che quel pubblico che clicca compulsivamente e che rilancia, scambia e invia video di bambini UGC è il medesimo delle produzioni seriali e che non si tratta solo di utenti mordi e fuggi ma spettatori ben contenti di uno strato in più d’elaborazione intellettuale su un contenuto che già approvano.
CONVOS WITH MY 2 YEARS OLD
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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