Se c’è un mondo nel quale un buono spunto può bastare a dar vita ad una buona produzione è quello delle serie in rete, nel quale la brevissima durata, l’esigenza di scene rapide e inventive e le basse aspettative del pubblico concorrono a fomentare una produzione incentrata più sulle singole scene che sul grande racconto. Accade così che Blue Movies , una delle web serie più intelligenti, carine ed interessanti degli ultimi tempi prenda l’avvio dall’errore del protagonista il quale, convinto di andare a fare uno stage a Paramount, non si rende conto di aver accettato di lavorare per la Pornamount, casa di produzione che già dal nome esplicita la sua missione e il suo posto nell’industria filmica.
Fin dalla premessa Blue Movies si dimostra abile nell’avere un tema forte (ironizzare sul mondo della produzione pornografica) e una chiarezza di intenti (farlo senza mostrare nulla ma tirando fuori mille spunti esilaranti per possibili parodie porno, i cui trailer sono disponibili a parte ). Nel fare questo la serie riesce a fare un doppio salto, il primo è girare intorno all’orbita cinematografica (in testa a quasi tutti gli episodi ci sono esilaranti versioni porno di film come Il Padrino, Forrest Gump, Il Cavaliere Oscuro), il secondo è usare il microcosmo delle scalcinate produzioni porno per fare un discorso più in esteso sul mondo della produzione cinematografica e quindi su quello delle serie online che, al momento, quanto a valori produttivi stanno alle serie televisive come il porno sta al cinema.
In più c’è anche il fatto di lavorare sui temi del porno (anche se effettivamente fuori da quel mondo, poiché non si vede nulla) attraverso un mezzo come la rete, che sul porno concentra la gran parte del suo traffico e del suo interesse e che con il suo solo esistere ne allarga i confini. Se Blue Movies non ha certo il coraggio di Young American Bodies , ha l’intelligenza e la voglia di indagare e rimestare i valori alla base della produzione pornografica con atteggiamento scanzonato (il regista e capo dello studio è il personaggio più cretino della serie), un colpo al cerchio delle classiche prese in giro porno (i film si chiamano The Godfucker , Men In Black Men , Forrest Hump …), un colpo alla botte, richiamando l’attenzione sui piccoli lavoratori (non a caso il protagonista è in stage).
In quest’ultima caratteristica ritorna con forza la grande caratteristica della produzione per la rete, cioè quella di avere uno sguardo dal basso con particolare attenzione alla figure solitamente marginali, gli outsider, i pesci piccoli e i perdenti dal gran cuore. Il Tom di Blue Movies è il classico protagonista etichettato dalla società americana come perdente, ma che in realtà ha solo un minore interesse verso il mito del successo. Il cinema di serie A (americano) sta scoprendo in questi ultimi anni questo tipo di personaggi (con i film di Jason Reitman o Wes Anderson), tornando a dare valore alle piccole storie contro quelle delle figure archetipe, stereotipi di un modo preconfezionato di essere un vincente che la parte emergente della società sembra non accettare più come propria.
La serie dura al momento 5 episodi, tutti scritti e girati estremamente bene e distribuiti non a caso in esclusiva dalla piattaforma Koldcast, la quale più passa il tempo più si conferma una delle realtà più solide ed affidabili del mondo della produzione di qualità per la rete.
BLUE MOVIES – EPISODIO 3
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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