Solo pochi mesi fa cominciavamo a parlare del fatto che su Instagram, nonostante si possano postare unicamente video di un massimo di 15 secondi, lo stesso nascano embrionali forme di narrazione seriale. Non hanno nessuna speranza di ritorno, godono di un pubblico ben più limitato di YouTube e ovviamente hanno molti più paletti espressivi, tuttavia lo stesso qualcuno ne esplora le potenzialità.
L’insaziabile voglia di trovare sbocchi differenti di misurarsi con spazi angusti e modelli peculiari non sempre ha una logica stringente ma lo stesso diventa uno stile.
Ad oggi nel panorama delle serie su Instagram un paio di sono fatte notare più delle altre per come hanno inteso questo mezzo e come sono riuscite a pensare una serializzazione a blocchi di 15 minuti.
La prima è Artistically challenged , la più classica delle serie comiche mordi e fuggi in cui ogni episodio contiene una o più punch line e, con passo rapidissimo, mette in piedi in 15 secondi una o più gag all’interno di una storia più grande. La trama è stranamente intricata (un pittore derelitto viene scambiato per grande artista e finisce in diversi intrighi per perpetuare l’inganno) e funzionale all’umorismo ma il pregio maggiore sta nel fatto che le battute sono costrette a lavorare sulla velocità e su un montaggio spietato. E il montaggio online è tutto, è il segreto dello specifico di questo mezzo, è l’unica tecnica realmente padroneggiata dai molti esordienti, l’unico strumento professionale che hanno a disposizione nonché la più economica delle soluzioni narrative.
L’audiovisivo in rete, fin dall’inizio, ha vissuto di montaggio più che di ogni altra componente e ancora oggi è così.
Ma se Artistically challenged lavora in maniera buona eppur convenzionale, puntando su una sequela di gag dal passo rapido unite da una trama pretestuosa, Take care of me cerca di andare un po’ più in là, senza sfruttare la risata ma facendo leva sull’altra grande arma di serialità, la suspense.
Si tratta di una serie di 13 puntate che mette in scena una piccola storiella di paura e tensione che parte da un ragazzo ubriaco che chiede all’amico di prendersi cura di lui. Questo ovviamente non avverrà. Take Care of me è in sostanza un cortometraggio spezzettato, perché ogni episodio inizia immediatamente dopo la fine del precedente, tuttavia ognuno ha un piccolo frammento di suspense, cioè ognuno è pensato per avere un qualche elemento di tensione che rinvii all’episodio seguente.
Impossibile dire se questo tipo di racconto ma anche solo quest’utilizzo di Instagram sia sensato (di certo non lo è come business), ma non ci sono dubbi sul suo essere audace e folle e, come tutte le cose che lo sono, ha in sé un germe di autentica forza propulsiva. C’è insomma in queste serie quello che di bello si trova anche online e che spesso manca ai media maggiori, la volontà di essere diversi, di fare qualcosa di nuovo. Di certo averne la volontà non equivale a riuscirci ma che cos’è internet e le sue novità se non il più grande banco di prova e sperimentazione che il Pianeta abbia mai conosciuto? La più grande opportunità mai avuta per cambiare le regole stabilite di qualsiasi campo?
Nell’audiovisivo le barriere all’entrata si rompono così, quello che prima era impossibile (fare esperienza, girare molto, formarsi al di fuori delle scuole o di quegli imbuti in cui qualcun altro decide chi può e chi non può) ora diventa possibile per chiunque ovunque, anche su Instagram. Già oggi i primi youtuber arrivano al cinema, alcuni sono convenzionali, altri per nulla, domani lo saranno sempre meno.
ARTISTICALLY CHALLENGED – Episode 1 – Broken Artist
TAKE CARE OF ME – Ep. 1
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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