L’ultimo bestseller di Paulo Coelho “The Witch Of Portobello” potrebbe diventare un film per la rete, anzi un film coordinato in rete fatto dagli utenti. Il progetto coinvolge anche MySpace, che dovrebbe essere il braccio armato per il reclutamento nonché la piattaforma di comunicazione selezionata.
Ogni utente è invitato ad inviare entro il 25 luglio allo space di Coelho un video che si focalizzi su un personaggio in particolare. I migliori 15 selezionati (oltre ad essere premiati con 3mila euro) saranno uniti per formare “The Experimental Witch”, un ibrido di molti contributi, molti stili e molte idee per dare l’idea del libro. E la stessa cosa si può fare con la musica, inviando materiale autoprodotto che possa essere in armonia con la materia del libro: in questo caso saranno 16 le tracce selezionate alla fine. Per tutti e due i concorsi i vincitori saranno annunciati il 24 agosto.
Alla fine il risultato (che dovrà durare intorno ai 52 minuti) non dovrebbe avere difficoltà a trovare una distribuzione televisiva. Stando allo scrittore-poeta brasiliano, i contatti non mancherebbero e le reti pronte alla messa in onda sarebbero parecchie e in fila per aggiudicarsi l’esclusiva.
Non si tratta certo del primo esperimento di cinema a contributo utenti, solo in Italia abbiamo avuto Tigri di Carta che nonostante fosse decisamente più controllato dall’alto nella sua produzione (gli utenti contribuivano solo alla sceneggiatura) non ha potuto certo vantare esiti lodevoli. Il problema infatti è sempre lo stesso: l’eterogeneità dei vari contributi e la programmaticità. Non si può concepire un’opera unica come si trattasse di Wikipedia e soprattutto la politica dei contenuti generati dagli utenti non è un concetto così banale e non segue mai un ordine prestabilito.
È un’evidenza dei fatti che le cose migliori uscite dalla rete, anche frutto dell’aggregazione di contenuti diversi provenienti dagli utenti, siano comunque state aggregazioni spontanee e il loro fascino venga in gran parte da tale spontaneità: esempio perfetto è questo video che riunisce i diversi contributi dei diversi utenti in giro per il mondo che hanno diffuso il meme chitarristico “Canon Rock”, un’aggregazione quasi poetica di un medesimo contenuto interpretato diversamente.
Più volte si è detto che quanto di più interessante e innovativo accade nel mondo del video in rete in questo momento è caratterizzato dall’essere fatto da una minoranza per una minoranza, o meglio da una nicchia per la medesima nicchia. Esiste una sostanziale identità tra chi produce e chi guarda, che fa sì che adesso le forme di produzione narrative in video che sono pensate per Internet somiglino molto alle garage band o al punk ai loro inizi, qualcosa che è fatto da pochi per pochi, ma che poi è destinato ad influenzare la futura produzione per il grande pubblico.
Il progetto di Coelho sembra voler sfruttare questo tipo di dimensione: i suoi lettori che fanno qualcosa che sarà appetibile soprattutto per altri suoi lettori. Ma è poi la volontà di aggregare tutto a posteriori e di fissare dei paletti a priori che cozza con tutto ciò che aiuta la produzione per la rete. Come si può inviare della musica da abbinare alle immagini senza averle viste? E come si può fare viceversa? L’aggregazione che ne risulterà non potrà che essere vicina alla casualità.
E ancora: se il cinema o comunque il racconto audiovisuale trae il suo senso dall’accostamento di immagini e sequenze, che senso si potrà trarre dall’accostamento già programmato di materiale girato da persone diverse in momenti diversi? Non si parla di un documentario con materiale di repertorio, dove un regista aggrega immagini diverse per dargli un senso diverso a seconda dei suoi obiettivi, ma di un’iniziativa che fin dall’inizio si propone di aggregare 15 filmati tra i migliori pervenuti, con uno scopo già in testa e indipendentemente da quali siano. Il risultato, è inevitabile, sarà un divertissement solo per chi ha contribuito.
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo