Canali di viaggi certo non ne mancano su YouTube, viaggiatori compulsivi che raccontano partenze e arrivi non sono un bene di cui si sente scarsità. Ciò che si trova più difficilmente semmai sono degli show sui viaggi, cioè dei piccoli format o anche solo canali in grado di fornire un punto di vista coerente e sempre uguale su ciò che riprendono. Qualcosa che oltre a mostrare sia anche in grado di “leggere” quel che riprende.
Quasi impossibile è trovare tra simili esempi delle produzioni italiane.
On Going riassume in sé tutte queste qualità.
Matilde Keizer è al centro di episodi da 9 minuti in lingua inglese che a partire da Roma esplorano l’Asia. L’idea è che la protagonista segua percorsi non ortodossi e che metodicamente rifugga il turismo per cercare un’integrazione fuori dai canoni. Non il massimo dell’originale, va detto, l’antiturismo è al centro di trasmissioni tv già dagli anni ’90, ma è subito evidente che la maniera in cui On Going incarna quest’idea è la parte realmente originale.
Già nel primo episodio la serie dichiara programmaticamente che non mostrerà monumenti e luoghi comuni, a partire da Roma inizia ad esplorare l’inesplorato. Questo spirito e quest’idea vengono declinate poi in tutte le altre città.
In questa maniera On Going riesce effettivamente a restituire uno spirito del viaggio che è lontano da quello della televisione (che pure negli anni molto ha campato sul viaggiare e sull’esotismo degli scenari), uno più simile a quel che la rete ha fatto ai viaggi.
Il low cost è stata la più grande rivoluzione nel mondo dei viaggi degli ultimi 15 anni, la disintermerdiazione dei turisti per quanto riguarda spostamenti, hotel e poi anche mangiare e visitare, ha creato una generazione di turisti diversa e un ampliamento improvviso delle località che accolgono un numero oggi maggiore di turisti.
On Going è vicino a questo. Cioè alla dimensione disintermediata del viaggio, alla ricerca di ciò che si può trovare su Tripadvisor più che su una Lonely Planet, al contatto uno ad uno tra chi accoglie e chi è ricevuto.
Avvicinandosi tantissimo all’esperienza dell’utente, invece che mostrare come fa la televisione gli scenari da sogno, On Going in realtà non racconta davvero i luoghi che attraversa, fa solo finta. Quello che racconta è semmai l’esperienza del viaggiare, indipendentemente dalla meta. Si tratta dell’opposto dei programmi di viaggio, in cui l’esperienza dello spostarsi e stare in un luogo estraneo è annullata a favore delle vedute e dei panorami. Il risultato invece del processo.
Non è chiaro chi possa essere il pubblico di una webserie simile. Non certo chi desidera sognare luoghi in cui andare (i posti visitati non sono propriamente desiderabili), nemmeno chi è appassionato del genere survival, perché On Going lì non ci arriva mai. Come tutto ciò che è proprio di YouTube (anche se è postato su Vimeo sembra un prodotto da YouTube) la serie nasce dal video amatoriale, lo ripulisce, lo monda delle sue lungaggini e dell’amatorialità ma non ne cambia lo spirito. Di certo è la più grande pubblicità che possa esistere alle possibilità divergenti di visitare il mondo offerte dalla rete. E non è un caso che questa venga dalla rete stessa, attraverso idee che nessun canale comprerebbe mai.
ON GOING
ON GOING – BUKIT LAWANG / LOMBOK
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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