Fedele alla regola che online la fiducia e l’interesse del pubblico si conquista nei primi 3 secondi di esposizione I <3 Vampires è perfetto, fin dal titolo. Il simbolo <3 sta per “cuore”, nello slang testuale adolescenziale e il riferimento ai vampiri chiarisce subito di cosa si stia parlando. Se ancora ci fossero dei dubbi, poi, i primi 20 secondi della prima puntata li fugano tutti. C’è un esterno notturno, fotografia virata sul blu e una scena che sembra uscire da Twilight, il film tratto dai romanzi di Stephenie Meyer: dopo poco si capisce però che non è ciò che sta succedendo ma ciò che le protagoniste stanno leggendo in un libro.
I <3 Vampires non parla infatti di vampiri e non ricalca le storie di Ann Rice o Stephanie Meyer, ma le sfrutta per mettere in scena l'altra parte, quella del pubblico. Come spesso accade nelle serie online i protagonisti non sono i contenuti, i simboli della cultura di massa (film, serie, fumetti, libri, oggetti di culto o anche solo personaggi stereotipici) ma i loro fan o semplicemente le persone che ne fruiscono. Girata e recitata molto bene, la serie è composta da episodi brevi, da circa 4 minuti (come è giusto che sia), che vengono pubblicati circa ogni 15 giorni. Il tempo necessario a incamerare consigli e suggerimenti espressamente richiesti al pubblico alla fine di ogni episodio. Il genere del racconto quindi, lungi dall’essere l’horror, è quello del filone adolescenziale anni ’80, il tipo di storie cui appartengono pure film come I Goonies , cioè quelle in cui un gruppo di ragazzi all’insaputa degli adulti compie un viaggio e quindi un’avventura fantastica (e formativa) inseguendo sogni adolescenziali e entrando a contatto con iperbolici pericoli che si risolvono con espedienti da quattro soldi. Non è un genere in cui conta il realismo ma come la naivitè della storia (necessaria perché si rispecchia anche nel pubblico spettatore) viene condotta lungo tutto il film. Solitamente quindi non si tratta di un genere “paritario”, anzi. Chi racconta queste storie solitamente guarda con bonarietà il pubblico più piccolo.
In rete però le cose sono diverse, il discorso è da pari a pari e sebbene chi ha realizzato I <3 Vampires non siano certo delle adolescenti maniache di Twilight, lo stesso si intuisce che si tratta di persone che non hanno pregiudizi verso il mondo del fanatismo anzi. In ogni episodio viene dipinto un universo che somiglia veramente molto alla nostra realtà ma che ne è lontanissimo ad un'analisi più minuziosa. Si tratta di un mondo in cui la rete e la sua parte più UG è centrale nella vita di tutti, un mondo in cui chiunque conosce il significato e la potenza di un vlog e in cui chi ne tiene uno famoso è riconoscibile ovunque. Un mondo dove tutti sanno giocare a Pong e non ci sono pregiudizi verso gli heavy user della rete. Un mondo insomma dipinto intorno all'utente internettiano medio.
È questa dunque la struttura secondo la quale le webserie di profilo più alto ma sempre indipendenti (I <3 Vampires è ospitata dal sito di produzione Take180) sfruttano situazioni, nomi, brand e fenomeni di successo come i vampiri adolescenziali, quella di girare la videocamera di 180 gradi e, invece che inquadrare l'opera, mettere davanti all'obiettivo chi l'opera la sta fruendo. Nonostante una trama che introduce elementi fantastici l'idea è che I <3 Vampires non parli di vampiri ma degli adolescenti fissati con i vampiri. Il meccanismo dello sfruttamento (o exploitation) di nomi e temi di moda dal comprovato successo non solo è vecchissimo ma è anche uno di quelli più importanti e fondamentali nella creazione e costruzione di un sistema di produzione industriale come quello americano che garantisca un flusso di prodotti nuovi anche a basso costo che incontrino facilmente il gusto del pubblico.
I <3 VAMPIRES - EPISODIO 1 "BEST FANS FOREVER"
I <3 VAMPIRES - EPISODIO 3 "WANNA BET?"
I <3 VAMPIRES - EPISODIO 5 "UNDERCOVER CONFESSORS"
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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