Una ragazza si sveglia da una camera iperbarica e si ritrova su un’astronave. Assieme a lei nessun altro, solo la voce di sintesi del computer di bordo. Nessuno dei due però ricorda pienamente come sono arrivati a questa situazione.
Non c’è nulla di clamorosamente inventivo in Continuum se non il modello distributivo. La nuova webserie di Blake Calhoun, già creatore di Pink (altra webserie ormai non più visibile dall’Italia ma pluridecorata in passato), è un grosso misto di suggestioni fantascientifiche a metà tra il cinema (c’è l’intelligenza artificiale parlante di 2001: Odissea Nello Spazio, la solitudine straniante di Solaris, il design di Moon) e la televisione (i tagli di montaggio di Battlestar Galactica, la fotografia delle serie più deteriori di Star Trek e il senso del mistero dell’onnipresente Lost).
Ora che i primi tre episodi sono stati messi online, dopo un’attesa che durava da almeno un anno, quando fu distribuito il primo trailer, possiamo dirlo: Continuum è una vera delusione.
Non è solo la messa in scena da tv anni ’90 ad infastidire, ma anche tutta l’idea che di tante ispirazioni palesi ed evidenti non si faccia mai sintesi per giungere ad altro. Va bene, c’è 2001: Odissea Nello Spazio ma a cosa ti serve sederti sulle spalle di Kubrick se poi non vai da nessuna parte?
Questa webserie però ha un’altra particolarità: la si può vedere solo attraverso Facebook.
La modalità non è certo innovativa, prima di Continuum erano stati diversi gli esperimenti in materia (tra i quali vale sempre la pena ricordare l’italiano L’altra – Martina Dego ). Solo che Continuum vuole sfruttare il social network come una piattaforma di lancio e non come uno strumento vero e proprio. Mentre infatti L’altra si fondava sul concetto di interazione con gli altri utenti del network per mandare avanti la storia, Continuum non solo è una webserie come tante altre, ma è anche una delle più passatiste, legata ad un modo di mettere in scena vecchissimo. Le sue velleità social dunque stonano più che altrove.
L’altrove sarebbe ad esempio Aim High , webserie uscita quasi contemporaneamente a Continuum e per questo continuamente paragonata ad essa (anche qui in questo articolo), che proviene però da tutt’altro contesto. Non le finanze indie di Blake Calhoun, ma i mezzi di McG, regista di Terminator Salvation e del secondo film delle Charliès Angels, che in questo caso fa il produttore di un serial con al centro Jackson Rathbone (un ex Twilight), agente segreto letale ed adolescente diviso tra missioni governative e la dura vita del liceo. Un prodotto perfetto e al tempo stesso innocuo che in Italia non è possibile vedere perché a comandare c’è TheWB, il braccio online di Warner che limita agli Stati Uniti la circolazione dei propri prodotti.
Ecco, questo prodotto innocuo distribuito su Facebook trova un suo senso maggiore e non tanto perché in alcune sequenze i video includono delle foto dal vostro profilo (una ruffianata che distrae più che coinvolgere) quanto perché attacca un target pronto a commentare e condividere in maniera più selvaggia dello spettatore di fantascienza.
Facebook dunque lentamente diventa un luogo dove poter comprare film, affittare serie e vedere webserie, o almeno ci prova. L’idea di poter trovare tutto al suo interno è affascinante più per i produttori che per gli utenti ma se un film può essere comprato ed affittato ANCHE su Facebook, una webserie che è distribuita in esclusiva sul social network si aliena una parte dell’audience e soprattutto si inscrive in un flusso e in un mezzo (la socialità personale e privata di Facebook invece che quella orientata al video di YouTube e simili) che non sempre può pagare in termini di posizionamento.
La fan page di Continuum, che pure era una serie attesa, ha 900 fan.
CONTINUUM TRAILER
AIM HIGH TRAILER
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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