È cominciata la terza stagione di Lonelygirl15, la prima e ancora la più innovativa (per quanto riguarda la struttura distributiva) tra le serie per la rete. Si chiama LG15: The Misfits e allarga ancora di più l’idea da sempre alla base del mondo della produzione per la rete, cioè che la distanza tra chi fa e chi guarda è sempre più ridotta.
Lonelygirl15 è stata la prima vera serie per la rete mai realizzata ad aver conquistato l’attenzione del grande pubblico . Ha settato degli standard, creato cloni e attirato capitali e pubblicità. È stato un evento cardinale che ha avuto il suo apice nei primi 5 mesi di vita dopodiché, scoperto l’arcano (la serie si proponeva come un vero videodiario e solo a successo raggiunto è saltata fuori la verità), è stato necessario un rinnovamento mirato in un certo senso a rientrare nei canoni di una narrazione più tradizionale.
Ad oggi la serie conta una versione inglese, una seconda stagione, questa terza appena partita e un progetto italiano, tutti seguiti che intrattengono un rapporto inedito con l’originale. La forza di LG15, al di là delle potenzialità attrattive della trama, sta infatti tutta nel modo in cui riesce ad essere sempre sulla frontiera dei metodi di distribuzione in rete. All’epoca dell’esordio sancì come l’utilizzo di uno strumento libero e accessibile a tutti (cioè Youtube) fosse l’ideale, sancì l’idea di un ricavo indiretto, che quindi gli episodi dovevano andare online subito e gratis e soprattutto sancì il nuovo tipo di durata per gli episodi di una serie su internet. Tutte esigenze che la serie aveva per la propria struttura e che poi sono diventati degli standard. Ora con le sue filiazioni sta componendo un modo ancora diverso di intendere le “stagioni” di una serie e la sua vita in rete.
Ad ogni modo la trama non si ferma, corre e va avanti al pari delle serie tradizionali e proprio in virtù di essa gli autori hanno strutturato le diverse modalità di distribuzione. In sostanza si può riassumere dicendo che esiste un “Ordine” di stampo religioso (e molto misterioso) che individua e arruola a loro insaputa ragazzi soli e con “potenzialità” per i propri biechi fini che spesso prevedono sacrifici umani. Un gruppo di scampati a tali rituali, misto ad amici e conoscenti si batte per sopravvivere e distruggere la setta.
Su questo impianto gli autori hanno fatto in modo che la versione inglese della serie chiamata KateModern fosse un’avventura parallela e non il prosieguo dell’originale, le peripezie britanniche di altri scampati dell’Ordine (che si tengono ovviamente in contatto con le controparti americane grazie alla rete). Allo stesso modo la seconda stagione statunitense, denominata LG15: The Resistence , abbandona il formato breve che aveva caratterizzato tutta la prima stagione, concedendosi un po’ più di tempo (tra gli 8 e i 12 minuti) e molte più sottolineature registiche: si passa in sostanza dai protagonisti che tengono la videocamera a una messa in scena più tradizionale con split screen e scritte in sovrimpressione. A livello di trama poi la serie diventa un succedersi di cronache che moltiplicano personaggi e quindi avventure per raccontare appunto la “resistenza”.
Ora la terza stagione, di cui è online solo un pilota , allarga ancora di più il concetto di base. I creatori infatti hanno invitato i molti fan a inviare i concept per la nuova stagione rendendoli parte attiva del processo creativo e soprattutto della mitologia dell’universo creato con la serie .
Delle tante proposte giunte alla fine è stata selezionata quella di Jeni Powell e Logan Rapp, due ragazzi che avevano ad un certo punto anche partecipato a qualche episodio della serie. E non è un caso che abbiano vinto proprio persone coinvolte (anche se brevemente) nel progetto: l’andare avanti e indietro tra le posizioni di spettatore e autore è proprio una caratteristica della produzione online che la storia produttiva di Lonelygirl15 racconta benissimo.
La differenza tra quest’idea (in sé non nuovissima) e quella molto simile alla base di tante altre produzioni (non ultima l’italiana SitHome ) è che nel caso di Lonelygirl tutto il concept è innovativo e arrivati alla terza stagione allargare la produttività agli utenti sembra un passo quasi dovuto che si incastra perfettamente nell’idea centrale.
Al contrario, in altri casi lasciare che gli spettatori scrivano o suggeriscano parte della trama dei singoli episodi è l’unica novità in serie che per il resto sono il massimo del tradizionale e dunque in sé è incapace di portare a risultati nuovi.
LG15 – EPISODIO PILOTA DELLA TERZA STAGIONE
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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