WebTheatre/ Una webserie come vetrina

WebTheatre/ Una webserie come vetrina

di G. Niola - Una serie dedicata alle separazioni, in cui la protagonista è sempre la stessa: scrive, gira e recita in funzione della propria immagine, ma sa trasformarla in intrattenimento
di G. Niola - Una serie dedicata alle separazioni, in cui la protagonista è sempre la stessa: scrive, gira e recita in funzione della propria immagine, ma sa trasformarla in intrattenimento

Per giudicare lo stato di salute di una forma espressiva non è sempre bene guardare ai suoi esempi più eccelsi ma alla capacità di generare un livello medio ben più che accettabile. In altre parole: “Come sono le webserie che giudichiamo nella media?”. Megan Rosati con 52 ways to break up sta realizzando una serie di pochissime pretese, girata e scritta in fretta ma non senza idee, che tuttavia si lascia guardare e ha un’idea accattivante in grado di stimolare la visione dell’episodio seguente.

52 ways to break up

Come dice il titolo, si tratta di una serie dedicata alle separazioni, momenti in cui un ragazzo e una ragazza decidono di smettere di vedersi, frequentarsi o anche solo fare sesso insieme. Si va dalle più classiche (durante una proposta di matrimonio, per telefono, in seguito ad una litigata) fino alle più inventive e delicate (due persone che stanno forse per iniziare una storia devono separarsi, un innamorato inconfessato viene mollato prima ancora che inizi tutto nonostante i suoi goffi tentativi, una ragazza aspetta invano una risposta da un uomo con cui ha dormito solo una notte). Gli episodi sono numerati ma non in ordine, come se si sfogliasse un grande manuale di modi in cui ci si può separare, pescando esempi casualmente.
La ragazza è sempre Megan Rosati, il ragazzo è sempre un attore diverso. Forse è l’incredibile vita dello stesso personaggio, forse sono variazioni di fantasia.

In realtà la grande idea dietro 52 ways to break up è il fatto che, in pratica, si tratta di uno showreel, un modo per Megan Rosati (che del progetto è creatrice, oltre che attrice) di mostrare se stessa in 52 ruoli simili ma diversi o, se preferite, in 52 stati d’animo anche solo lievemente sfumati di un medesimo personaggio, ma mascherato benissimo da serie.
In America YouTube gode di numeri e popolarità che consentono di guadagnare, ma raramente questo avviene con produzioni di finzione (sono più youtuber, musicisti, tutor e altre categorie a monetizzare seriamente), dunque anche oltreoceano uno degli usi fondamentali della piattaforma è come grandissima vetrina.

Molte webserie o molti show online sono in realtà una scusa per mettere in mostra se stessi come attori, registi o sceneggiatori, esattamente come succede adesso in Italia (alcuni vengono presi per altro, come Willwoosh, altri sono comprati come ThePills, altri ancora cominciano a vendere ai vecchi media che pagano bene come TheJackaL): 52 ways to break up è contemporaneamente molto esplicito e molto ben mascherato, gioca a carte scoperte ma è anche così abile nel confezionare una webserie accattivante che ben presto si dimentica l’attrice e si guardano solo i personaggi.

A questo punto la domanda che occorre farsi è: sono queste le persone che domani finiranno in televisione e al cinema, ovvero là dove c’è il guadagno più istituzionalizzato (almeno per il momento)? Per il momento sì, in molti si sono guadagnati il diritto ad un film grazie ad un video di grosso successo online o anche solo facendosi notare presso chi serve.
La cosa ancora più importante però è che tutto questo dieci anni fa sarebbe stato impensabile, non c’era accesso per queste categorie umane. Oggi, invece, è necessario.

52 WAYS TO BREAK UP #6 Ghost

52 WAYS TO BREAK UP #36 Bad timing

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
11 dic 2014
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