Solitamente quando l’economia va a rotoli, quando nella società domina l’incertezza e quando i lavori più che trovarli è facile perderli, il cinema, la musica, la radio, la letteratura e la televisione riflettono lo stato di insicurezza degli spettatori/lettori/ascoltatori alternando contenuti che li rassicurino ad altri che (metaforicamente o meno) mettano in scena le loro ansie e paure.
Oggi le industrie culturali d’America, il maggior produttore di contenuti dell’occidente e contemporaneamente un paese tra i più colpiti dalla crisi, sta rispondendo esattamente come in passato, mentre in rete succedono cose diverse.
Utilizzando come sempre la lente della commedia e del grottesco Odd Jobs racconta le peripezie lavorative di un ragazzo licenziato come molti da un’azienda spietata come molte. L’incertezza, la paura e la disperazione dati dalla perdita del lavoro in uno scenario in cui questi già scarseggiano lo spingono a rivolgersi ad un amico che di lavori ne ha da vendere. Il problema è che sono cose alquanto bizzarre. Rispondendo agli annunci su Craigslist si può fare una fortuna se si è sufficientemente elastici da adattarsi a qualsiasi situazione e così parte Odd Jobs. Ma non solo.
La serie ha diversi spunti di realtà primo dei quali il fatto che tutti i lavori assurdi e comici che il protagonista intraprende nei vari episodi vengono effettivamente da craigslist.com , dunque si tratta di offerte vere che qualcuno ha messo online e a cui probabilmente qualcun altro ha risposto. Il regista stesso ha dichiarato (non si sa se seriamente o meno) di aver offerto soldi per andare a portare la colazione a casa della sua ragazza una volta che era fuori città, grazie a Craigslist.
Oltre a questo sul sito ufficiale Odd Job Nation (che già dal nome…) è possibile ricevere i feed delle offerte di lavoro di Craigslist, postare offerte di lavoro, partecipare a forum e in generale informarsi sul mondo dei lavori occasionali. Il creatore della serie, Jeremy Redleaf, sa bene che le webserie mettono in scena il proprio pubblico e che quindi (vedendo la questione al contrario) hanno un pubblico spesso simile alle vicende che raccontano, così ha messo in piedi un vero punto di ritrovo per aspiranti lavoratori a metà tra il serio e il faceto nel quale gli episodi della serie sono solo uno dei molti elementi.
Si può ordinare la maglietta con sopra stampato il proprio curriculum “perché non sai mai chi sta dietro di te in fila dal droghiere”, controllare annunci, diventare membro della community, legge e scrivere articoli sulla ricerca del lavoro, tutto con un certo guadagno da parte dello stesso Redleaf (la compagnia che fa magliette, per esempio, è creata sempre da lui).
Mettere a punto qualcosa di parallelo ed alternativo alla serie che gli sia però affine è ad oggi il sistema più efficiente per avere un ritorno economico consentendo la visione gratuita del materiale, cosa dalla quale non si può prescindere. Solitamente si tratta di social network alla buona, sistemi abbastanza generici per avvincere il pubblico e farlo tornare, ma un’idea come questa è un altro paio di maniche e prevede anche vendita diretta di beni correlati.
Nonostante il fatto che in tutto questo gli episodi della serie potrebbero passare in secondo piano, la loro realizzazione è molto accurata, sono tutti ben scritti e diretti. L’umorismo non è eccessivamente grossolano e soprattutto la storia scorre, sembra cioè che siano stati girati prima dell’inizio dell’impresa. Jeremy Redleaf infatti poco dopo la partenza dell’impresa è stato contattato da diversi network, giornali, sponsor e siti di informazione, la sua idea ha avuto immediatamente presa sul pubblico e questo è risultato in una battuta d’arresto nella produzione degli episodi (oltre a scriverli Redleaf li interpreta anche).
È difficile dire se il one man band riuscirà a continuare a distribuire video dal medesimo livello qualitativo, che poi è la cosa fondamentale attorno alla quale gira il business, di sicuro però ha mostrato (ancora una volta) quale sia oggi la strada da percorrere quando si parla di revenue alternative.
ODD JOBS – EPISODIO 1
ODD JOBS – EPISODIO 2
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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