Colpevolmente dimenticato agli Streamy (solo due nomination e nessuna vittoria) Video Game High School (d’ora in poi VGHS) è probabilmente la webserie più sofisticata e intelligente (tra quelle d’intrattenimento puro) vista fino ad oggi, nonché il più grande successo contemporaneo. Un successo meritato che, una volta tanto, non si misura con le visualizzazioni (comunque sulla media dei 3 milioni ad episodio), con le condivisioni o con i commenti, quanto con il denaro. Denaro di internet, non denaro delle televisioni che acquistano, di produttori che producono o di sponsor che pagano.
VGHS è una serie vagamente fantascientifica, ambientata in un prossimo futuro di fantasia in cui i videogiochi sono la cosa più importante nella società e questo chiaramente rimescola i criteri di influenza, popolarità e le dinamiche di potere tra le persone (i nerd sono gli atleti della situazione).
In questo mondo in cui ognuno ha un nick, Brian D, casualmente batte il campione del mondo in diretta televisiva e viene ammesso alla prestigiosa Video Game High School (il cui preside è uno del team di Epic Meal Time ). Essendo ambientata in un mondo in cui la cosa più importante di tutte sono i videogiochi e in cui anche la scuola funziona con regole da videogame (chi è in basso con i punti viene espulso), la webserie è scritta con dialoghi che inventano un gergo reale mescolato a quello videoludico, in una storia che segue le regole del cinema sportivo anni ’80 ( l’episodio 4 è tutto in stile), fatto di sfide e underdog che in realtà si rivelano essere i migliori.
Dietro VGHS c’è principalmente Freddie Wong (assieme ai co-creatori Matthew Arnold, Brian Firenzi e Will Campos al co-regista e co-scrittore Brandon Laatsch), animatore dei canali freddiew e freddiew2 , grandissimo gamer e rinomato campione di Guitar Hero (contattato all’epoca anche per il lancio di Rock Band e per la direzione di diverse pubblicità videoludiche), che più di un anno fa ha deciso di buttarsi nel mondo della produzione, scrittura e direzione di una webserie, dopo aver preso parte a tante di esse.
Per farlo Freddie Wong si è appoggiato al fatto di avere già un’audience molto vasta, ad un’idea buona e ad un argomento, il videogioco, popolare e amato da un pubblico assetato di contenuti, lo stesso che aveva dato il successo a The Guild . Così ha lanciato una campagna Kickstarter per finanziare la prima stagione, raccogliendo 273mila dollari da 5.000 utenti (che hanno quindi donato una media di 54 dollari a testa), nonostante la volontà iniziale fosse di raggiungerne 75mila.
I quasi trecentomila dollari sono stati, alla fine, poco meno della metà del budget finale della prima stagione (636mila dollari), composta da 9 episodi di poco più di 10 minuti l’uno. Come si possano spendere così tanti soldi per solo nove episodi di una webserie e un totale di circa 100 minuti è stato ben spiegato dallo stesso Wong con un’infografica , ma la ricchezza della produzione è evidente dalla visione di qualsiasi episodio.
Se la prima stagione è stato il successo già detto, ora, nel raccogliere fondi per la seconda ( sempre su Kickstarter ), Wong ha sfondato il muro degli 800mila dollari (da 10mila utenti, quindi è aumentata anche la media a testa) diventando il progetto più finanziato di sempre nella categoria film&video.
Il risultato è una serie che traduce i videogiochi in una versione live (quando i personaggi giocano non vediamo mai le schermate ma una versione di essa in carne ed ossa) non banale e molto conscia di cosa siano e come funzionino. Aspetto, questo della coerenza e dell’intelligenza, che si trova in tutta la webserie, scritta e pensata in maniera sopraffina.
Soprattutto nel rappresentare il suo mondo di fantascienza Freddie Wong, Brandon Laatsch e Matthew Arnold mettono in realtà in scena il mondo che esiste dentro i videogiochi multiplayer, ovvero la comunità di giocatori che impegnano i server per ore e ore, quella comunità in cui, come nella webserie, non c’è differenza tra donne e uomini, in cui i più nerd sono i più popolari e nella quale esiste una venerazione direttamente proporzionale al numero di punti realizzati. In sostanza il mondo in cui molte persone interagiscono e nel quale si muovono per diverse ore al giorno, trasferito con le sue regole in quello reale. Un mondo che nessuno racconta mai ma che coinvolge ampie fette della popolazione.
VIDEO GAME HIGH SCHOOL – EPISODIO 1
VIDEO GAME HIGH SCHOOL – EPISODIO 2
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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