Ci si chiede spesso quale dovrebbe essere un buon modello di riferimento, considerando budget ridotti, di webserialità. Cosa cioè possa essere preso a punto di riferimento per qualcuno che voglia iniziare una webserie e non abbia eccessiva esperienza o accesso a grandi fondi. è la risposta, una webserie di modeste ambizioni ma grandissima riuscita, che non si allontana dai territori noti (una serie di storielle romantiche, molto umorismo, ironia sul posto di lavoro) ma che è in grado di generare immediato affetto e dipendenza.
Tutto si basa su un presupposto molto semplice ed immediato: ogni puntata racconta la storia tra Aaron e una ragazza diversa. Il personaggio protagonista ci è presentato come un maniaco sentimentale, un amante impulsivo (o compulsivo come vorrebbe il titolo) con una scena da manuale nell’apertura del primo episodio: Aaron sta sfondando un bidone per insoddisfazioni d’amore, un’amica gli parla ma quando passa una ragazza in bici lui molla tutto d’improvviso per correrle dietro anche se non la conosce. C’è già tutto.
Su questo schema fisso (addirittura ogni episodio ha come titolo il nome della ragazza della puntata) si gioca tutta la serie da 8 episodi (al momento ne sono stati caricati quattro sul canale ufficiale ). Otto puntate per otto ragazze da “affrontare”, “conquistare” o da cui farsi mollare, un meccanismo facile da comprendere che lascia spazio in ogni episodio a diverse trame orizzontali che vanno avanti lungo la serie (la più divertente e interessante delle quali è quella del tatuatore).
Oltre a questo, molto del merito del buon esito di Compulsive Love sta nel fatto che il team creativo ha rigidamente diviso i ruoli, espediente che non riduce certo il budget ma che aumenta la qualità. A scrivere c’è uno che di lavoro scrive (Adam Szymkovicz), a dirigere uno che di lavoro dirige (Kevan Tucker) e a recitare, attori semiprofessionisti (principalmente Alex Anfanger e Laura Ramadei). La puntate, che oscillano tutte tra i 4 e i 7 minuti, scorrono con scioltezza e grande rapidità, sono colme di idee di scrittura e di messa in scena e recitate in maniera convincente. Già questo basterebbe ad elevarlo sopra la media, ma c’è di più.
Nel fare un racconto molto semplice e poco originale (in fondo ogni puntata rimette in scena la dinamica più classica che esista: un ragazzo incontra una ragazza), Compulsive Love lascia sullo sfondo una società e un’idea di contemporaneità molto interessanti. Le parti al lavoro sono la variazione sull’abusato tema della precarietà giovanile più pregnanti e divertenti che si siano viste ultimamente (sia per l’atteggiamento dei superiori che per la noncuranza dei protagonisti).
In aggiunta a tutto questo Compulsive Love è confezionato con un montaggio che pur non osando troppo sa tagliare i tempi morti e procedere con un passo molto veloce senza per questo compromettere la comprensibilità. È insomma quasi invisibile il modo in cui in ogni puntata il ritmo sia dato da stacchi rapidissimi, che aiutano a mantenere viva l’attenzione. L’esempio perfetto è l’inizio dell’episodio 3 .
L’unica cosa che manca alla webserie, purtroppo, è un impianto produttivo dotato di un’idea di business seria. Non c’è una produzione alle spalle a fornire, magari tramite sponsorizzazione, il budget. Non c’è un piazzamento pubblicitario importante. Non c’è uno sfruttamento commerciale attraverso la distribuzione (magari in esclusiva) o altro. Compulsive Love sembra voler contare solo sul mondo del passaparola per farsi notare, e poi chissà.
La qualità c’è tutta, un po’ più di scaltrezza e di sapienza imprenditoriale potrebbero prolungarne la vita.
COMPULSIVE LOVE – EP. 1 MARIA
COMPULSIVE LOVE – EP. 2 LILY
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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