È probabilmente da questo mese che le testate giornalistiche principali italiane, Corriere e Repubblica, entrano nel mondo dei distributori di webserie. Già l’avevano fatto in passato, specie il Corriere, ma adesso proponendo due nuovi prodotti di finzione, due esordi, non solo si mettono attivamente in concorrenza e dimostrano che quel tipo di contenuti audiovisivi (cioè quelli di finzione) interessano i loro mediaplayer almeno quanto i piccoli show che hanno realizzato fino ad ora, ma soprattutto che è possibile cercare un pubblico diverso per le webserie.
Fino ad oggi le webserie sono state tutte molto simili perché il loro pubblico è sempre il medesimo. Da quando con Una mamma imperfetta Cotroneo ha insegnato a tutta un’altra generazione che è possibile guardare opere di finzione online, qualcosa lentamente è cambiato e per primi dei grandi aggregatori come lo sono CorriereTV e RepubblicaTV hanno cominciato ad interessarsi alla questione.
Corriere.it ha un portfolio di prodotti ormai molto vasto e differenziato che comprende anche acquisizioni di livello come IlTerzoSegretoDiSatira , mentre al momento Repubblica continua a preferire andare sul sicuro e rimandare video di star della rete (principalmente TheJackaL) anche se non ne possono avere l’esclusiva. Entrambi con il loro interesse (unito a quello delle televisioni) hanno lentamente cambiato l’offerta, con il primo effetto si spostarla molto di più sul lato della satira (politica e di costume), ambito in precedenza trascurato perché di scarso interesse per il pubblico di YouTube.
Adesso sono alla seconda puntata sia CeleRentola che Saturday Night Fathers , rispettivamente su Repubblica e Corriere, due webserie non realizzate da nomi noti, regolarmente presentate in prima visione attraverso il player delle testate.
CeleRentola è una storia di giovane ragazza, molto più edulcorata della media delle storie cui siamo abituati, ripulita e attenuata per un pubblico meno incline a voler guardare il torbido e più al sicuro su lidi magari ripetitivi ma certi. Il fascino della ripetizione del già noto, della messa in scena dei grandi luoghi comuni sociali, tagliato per una fascia d’età più alta di quella rappresentata.
In maniera ancora più diretta Saturday Night Fathers invece si mette in macchina con due genitori costretti ad aspettare i figli all’uscita della discoteca a tarda sera. Qui quella parte che usualmente è protagonista viene messa fuoricampo e la storia si sposta invece sui genitori. Ma, e forse questa è l’aspetto più interessante, i genitori in questione (sempre i medesimi due attori) non si definiscono in base a quel che sono realmente ma solo in base al loro ruolo. Parlano di figli, aspettano figli, si scontrano su questioni di figli, pur avendo loro in scena la webserie rimane sui figli e il loro mondo, solo osservato da un punto di vista diverso per interessare un diverso target.
Se le webserie potevano sembrare lo strumento per conquistare pubblici più giovani, le due grandi testate italiane (che nel nostro paese funzionano anche da grandi distributori di contenuti audiovisivi) dimostrano che in realtà possono essere anche una strada per cercare di mantenere un pubblico più maturo, che ormai non è più lontano come prima dall’idea di fruire di una serie online.
CELERENTOLA
SATURDAY NIGHT FATHERS
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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