Ieri abbiamo dato la notizia che YouTube ha chiuso un accordo con Disney, simile a quello che verrà presto chiuso con Hulu, per avere i contenuti della società proprietaria anche di reti come ABC e ESPN. Si tratta di una mossa in linea con gli altri esperimenti fatti in precedenza (con MGM e CBS) di portare sul portale UGC per eccellenza video professionali. Ma più che in passato quello della Disney sarà un momento di svolta profonda per tutto il mondo del video in rete . Perché ogni cosa che influenza YouTube influenza tutto il settore.
Non solo infatti YouTube porterà i video Disney utilizzando il player del sito originale (e non il proprio dunque), cosa che non aveva mai fatto prima, ma a partire dall’arrivo di quei video comincerà un profondo rinnovamento del design delle pagine che mostri il nuovo corso.
La novità più importante è che ci saranno 4 canali tra i quali scegliere: Movies, Music, Shows e Videos. I primi tre saranno destinati a prodotti “professionali” e l’ultimo all’UGC. Quello che è stato da sempre il segreto del successo e della grande utenza di YouTube passa in totale secondo piano per fare spazio alle opportunità di business. Già si era detto infatti dei problemi del sito di Google a monetizzare la sua immensa base utenti e di come invece Hulu, pur avendo infinitamente meno visite, riuscisse ad attirare investitori offrendo la sicurezza di contenuti professionali e lontani anni luce dalla cattiva immagine che può dare un video amatoriale.
Simili novità sono la logica prosecuzione del profondo ripensamento della struttura iniziato a dicembre, quando dalla direzione arrivarono 4 nuove direttive: regole più strette per ciò che è considerato un contenuto vietato ai minori di 18 anni, rimozione di tali video dall’elenco dei più visti o dei più selezionati come preferiti, un nuovo sistema imprevedibile per scegliere la thumbnail di un filmato e infine un controllo molto più rigido riguardo l’aderenza delle informazioni su un video e il video stesso. Più controllo per avere meno contenuti indecenti o ingannevoli e soprattutto perché non interferiscano con la parte più commerciale del sito (promozione e classifiche), quel genere di accorgimenti che differenziano una compagnia che deve trovare il profitto rispetto alla startup piena di ideali.
Il punto è che il video in rete si sta facendo sempre più professionale , player sempre maggiori entrano nell’arena. Ad oggi ogni grande studio di produzione hollywoodiano ha una divisione che si occupa di prodotti per la rete e la qualità media di siti di produzione come Strike.tv sta costantemente salendo. Segno che ci sono più investimenti e più fiducia nella materia. Chi fa serie online oggi può trovare dei produttori, nonostante la strada dell’indipendenza totale sia comunque ancora praticabile (nonché la più praticata), un sistema di finanziamento alternativo sta nascendo. Tutto il mondo del video in rete sta passando ad una dimensione professionale e YouTube non può fare eccezione e deve passare da contenitore di tutto e distributore di tutto a contenitore di tutto e distributore del meglio . Dove per “meglio” si intendono i contenuti più monetizzabili.
La nuova organizzazione di YouTube non significa che è finita l’era dei contenuti degli utenti ma che è finita una certa era delle videostar . Sarà sempre possibile caricare qualsiasi tipo di video e sarà sempre possibile linkarli ed embeddarli. Ciò significa che le clip di film, i video musicali, i video divertenti e i gatti che suonano il pianoforte non cesseranno di circolare od emergere dalla rete. Quello che finirà è una certa forma di autopromozione fomentata dallo stesso sito.
La nuova importanza che assumerà il contenuto professionale porterà in secondo piano le cose più serie fatte amatorialmente , quelle che ad oggi compaiono in evidenza nella home page del sito. Questi al massimo saranno chiamati ad una regolarizzazione, ad entrare nel nuovo regime come “professional” e quindi entrare in competizione con i canali ufficiali per un posto al sole. Sarà necessario avere molto più chiaro ciò che è realizzato seriamente da ciò che è amatoriale.
Questa evoluzione è un passo avanti che si attendeva da tempo perché in un certo senso mette sullo stesso piano professionisti ed amatori, entrambi in gara allo stesso modo per l’attenzione dell’utente. Ma da un altro punto di vista è uno svantaggio per i già svantaggiati amatori che ad oggi almeno possono contare sulla visibilità di una piattaforma quasi tutta loro e frequentatissima. Si ridiscute la nozione di contenuto professionale. Non è più la qualità della fattura a valere tale aggettivo ma la finalità per la quale è fatto . Un video professionale potrà anche essere produttivamente povero ma dovrà essere chiaro, ben corredato di informazioni, pubblicizzabile, accettabile ecc. per trovare spazio valevole su YouTube, altrimenti finirà nel mucchio disordinato con gli altri dal quale solo il passaparola potrà farlo emergere.
Gabriele Niola
Il blog di G.N.
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