Solo una settimana fa YouTube annunciava un nuovo sistema di guadagno pubblicitario dai propri video, oggi sappiamo che ha accettato di cominciare a mettere online interi episodi di serie televisive in accordo con chi li ha prodotti al pari del grande rivale Hulu, che ha siglato un accordo anche con la Rai e che le sue idee commerciali non erano mai state limitate agli AdSense.
Si era detto nell’articolo di sette giorni fa che Google doveva trovare un modo di cambiare il suo modello di business e ora sembra che non ci sia stata una chiara decisione, ma più che altro una serie di movimenti in tante direzioni diverse, tesi a mettere una bandierina in ogni possibile percorso. Un tipo di strategia molto dispendiosa ma che un gigante come Google può permettersi.
Già l’annuncio e tutte le anticipazioni su Cavalcade, la serie promozionale sponsorizzata da Burger King concepita appositamente per il GCN (Google Content Network) da Seth MacFarlane (il creatore della serie televisiva I Griffin), avevano dato l’idea di quanto Google volesse sperimentare nel campo pubblicitario, arrivando addirittura a commissionare la creazione di contenuti nuovi e professionali per un network di advertising. Ora però arriva notizia che il più grande sito di videosharing non aveva solo fatto partire la collaborazione con MacFarlane ma senza grandi annunci aveva cominciato a produrre anche altre tipologie di contenuti per il GCN in attesa di lanciarli tutti insieme.
Dall’8 settembre Embassy Row, società di produzione televisiva responsabile anche di “Chi vuol essere un milionario?”, ha ricevuto da YouTube l’incarico di produrre dei video che ruotino intorno all’attualità del mondo dell’entertainment (in senso molto lato) e soprattutto intorno all’attualità dei video di YouTube. Piccoli minishow da 4-5 minuti condotti con rapidità da una ragazza o un ragazzo nei quali fatti, eventi o curiosità sono presentati attraverso i video del grande sito di video sharing.
Si chiama Poptub , la grande vasca di video pop dalla quale i creatori pescano e aggregano contenuti. Non hanno telecamere in giro per il mondo ma sfruttano i video già sul sito per parlare dell’ultima curiosità su Obama, del red carpet di un certo film, del video più curioso della settimana o della canzone più cantata del momento. Ad oggi sono circa un centinaio i video pronti per il lancio divisi in diverse categorie e tutti recano in grosso il marchio Pepsi.
Poptub infatti non è un format solo ma un canale che a sua volta contiene diversi format . C’è il Daily, l’unico show giornaliero (gli altri sono settimanali) che presenta tutte le novità salienti della giornata, c’è il Nick Show, in cui Nick imita e rifà i video-tormentone del momento, c’è WhatPoptub’sWatching, che mostra senza conduzione un collage di video inviati da poco e più “d’avanguardia”, c’è PopTubRatings, che prende i video che hanno generato più gradimento e discussioni, e Poptub Interviews, che ospita ogni volta una celebrità della rete.
Al momento, senza aver avuto nessuna spinta promozionale, il canale di Poptub è arrivato a 4.000 abbonati al feed e l’obiettivo è arrivare a 3 miliardi di visualizzazioni per l’intero canale entro la fine dell’anno. Un obiettivo non da poco.
Fossimo nella vecchia televisione lo chiameremmo un “programma vetrina”, uno di quelli che contemporaneamente intrattiene e presenta il materiale della rete, facendo autopromozione a basso costo (giusto quello necessario a girare le parti del conduttore). Lo fa Rete4 come Sky con il suo SkyNews, su YouTube però la vetrina diventa qualcos’altro. Perde tutta la sua autoreferenzialità e diventa un curioso modo di vedere la realtà attraverso la prospettiva della rete, perché i video più interessanti di YouTube sono quasi sempre la realtà.
Un esperimento simile la Embassy Row già l’aveva tentato con Yahoo! ma non era così estremo. L’idea vera alla base di Poptub non è dedicarsi alla rete o all’entertainment ma fonderli davvero nelle quantità suggerite dal successo su YouTube e assecondando il suo pubblico (l’uscita di un nuovo videoclip di un grande cantante può fare notizia solo su YouTube).
“Nel nostro mondo, Michael Buckley (star di YouTube i cui video di commento e opinione sono molto seguiti in America, ndr) è importante tanto quanto il cast di Entourage ” spiega Michael Davis di Embassy Row “perché su YouTube hanno la stessa rilevanza o forse addirittura Buckley ne ha di più”.
Qualcuno ha detto che internet è come la più grande biblioteca del mondo nella quale però tutti i libri sono sparsi per terra, ora la vasca pop di YouTube cerca di trarre vantaggio da questo problema della rete (nella sua parte video), aggregando i contenuti più interessanti in una confezione accattivante e fruibile in poco tempo, in modo da attirare il pubblico più vasto possibile (oltre agli investitori): dai visitatori occasionali, ai leader d’opinione fino agli appassionati.
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Gabriele Niola
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