Lo sviluppatore Feross Aboukhadijeh ha deciso di “tradurre” il protocollo BitTorrent portandolo dal file sharing via client dedicati a una tecnologia nativa per il Web, un sistema potenzialmente in grado di aprire nuove prospettive di efficienza (e quindi di business) ai grandi colossi di rete e alle aziende dello streaming videoludico sopra tutti.
WebTorrent , il progetto nato appunto dalla conversione Web di BT, viene descritto dall’autore come “un client di streaming torrent per il browser”, scritto completamente in JavaScript e basato sull’uso del nuovo protocollo WebRTC per una “autentica” comunicazione peer-to-peer che non necessita di plug-in o estensioni aggiuntive per funzionare.
Esattamente come nei client di BitTorrent classici, un sito che fa uso di WebTorrent condivide con i suoi visitatori il carico di trasmissione dei dati a tutti gli utenti connessi in contemporanea raggiungibili da uno o più nodi della rete. Lo streaming audiovisivo di portali come YouTube e non solo sarebbe in tal modo “accelerato” e gioverebbe, piuttosto che soffrirne, della presenza online di un gran numero di utenti.
WebTorrent è in realtà pensato come una vera e propria traduzione completa di BitTorrent per il Web, quindi il nuovo protocollo può essere utilizzato per condividere i dati di qualsiasi tipo di sito Web e non solo delle trasmissioni audiovisive in streaming.
Prevedibilmente, la prospettiva di migliorare, piuttosto che ridurre la qualità video nelle ore di punta è una prospettiva che attrae soprattutto i siti di streaming: il succitato Netflix ha già contattato da tempo l’autore di WebTorrent, mentre l’Internet Archive sta valutando la possibilità di implementare la tecnologia per la distribuzione dei propri contenuti video.
Alfonso Maruccia