Le ore che Western Digital si sta ritrovando a trascorrere non devono essere assolutamente piacevoli, ancor meno i giorni che verranno. La famosa azienda produttrice di dispositivi di storage ha infatti annunciato un problema di contaminazione delle materie prime che ha colpito le linee di produzione di NAND flash nei siti giapponesi di Yokkaichi e Kitakami, operate in joint venture con Kioxia, che è uno dei principali produttori al mondo di memorie per SSD.
Western Digital: 6,5 milioni di TB di memorie flash in fumo, aumento prezzi in vista
Le difficoltà riscontrate hanno come risultato il fatto che l’azienda avrà un calo di produzione pari alla perdita dell’equivalente di 6,5 exabyte di memorie, vale a dire 6,5 milioni di terabyte. Il danno è di forte entità e l’impatto verrà addirittura avvertito sulla disponibilità mondiale di memorie flash.
Più precisamente, stando ai report diffusi, la perdita di produzione dovrebbe essere pari al 13% dei volumi attesi per il trimestre e pari al 3% dei volumi di un intero anno. Questo dovrebbe implicare un aumento tra il 5% e il 10% dei costi sul mercato delle memorie NAND flash durante il secondo trimestre del 2022, con un impatto sulla produzione di SSD ed eMMc, cosa che insieme alla già nota crisi dei chip potrebbe avere un effetto decisamente disastroso sul mercato. È bene tenere presente che prima del verificarsi dell’incidente era invece previsto un calo dei prezzi compreso tra il 5% e il 10%.
Al momento, non è chiaro se la memoria NAND flash contaminata sia finita in qualche prodotto e sia necessario un richiamo. Quello che però è certo è che Western Digital sta appurando il tutto con i partner a cui vengono fornite le memorie, ma serve del tempo.