Quando nell’ormai lontano 2014, Facebook annunciò l’acquisizione di WhatsApp staccando un assegno monstre da 19,4 miliardi di dollari, molti si chiesero cosa ne sarebbe stato dell’applicazione per la messaggistica più utilizzata in gran parte del mondo, a quali conseguenze avrebbe potuto condurre il suo controllo da parte della realtà allora più potente nel territorio social. La conseguenza quasi immediata fu l’eliminazione della sottoscrizione a pagamento chiesta in precedenza, accolta con favore dalla community. Poi venne il tempo dei primi timori legati all’impiego dei dati e alla privacy, alimentati dall’esplosione del caso Cambridge Analityca. Infine, giunsero i primi segnali di quella svolta social che oggi trova completamento con l’introduzione dei Canali.
La svolta social di WhatsApp: dopo gli Stati, i Canali
Dopo gli Stati (ora anche vocali), le reazioni e gli avatar, la nuova funzionalità ufficialmente al debutto oggi è descritta dal blog ufficiale del servizio come Un modo per seguire ciò che ti interessa in tutta riservatezza
. Un momento, ma quello non era il compito di Facebook? E di Instagram?
Per capire perché Meta e il suo numero uno, Mark Zuckerberg, abbiano intenzione di conferire a WhatsApp sempre più i connotati di un social network anomalo, ormai nemmeno troppo nascosto in un’app di messaggistica, è necessario partire dalla valutazione di freddi dati numerici.
Dalle analisi di StatCounter, aggiornate a fine maggio 2023, apprendiamo che FB ancora oggi detiene la fetta più grande del market share nel settore, con il 65,7% della quota totale, ma in forte declino rispetto al 75,5% di dodici mesi prima. Nello stesso periodo, IG ha invece fatto registrare una crescita dal 5,31% al 12,6%.
Gli utenti di Facebook attivi nel mondo ogni mese sono ancora quasi tre miliardi (fonte Statista a fine Q1 2023), ma i ritmi di crescita hanno fatto registrare un forte rallentamento, anche fisiologico. Un appiattimento con tutta probabilità seguito da un’inversione della curva è all’orizzonte, come si può notare dall’immagine qui sotto.
Si aggiunga allo scenario la crescita di alcuni concorrenti, TikTok in primis (oltre 1,6 miliardi di account attivi mensilmente in aprile), per meglio comprendere cosa stia agitando il sonno di Zuckerberg e dei suoi più stretti collaboratori.
I Canali su WA per compensare il rallentamento di FB?
Insomma, Meta ha bisogno di esercitare un nuovo appeal tra coloro che prediligono le interazioni di stampo social, di estendere ulteriormente il proprio raggio d’azione, di consolidare la leadership detenuta a lungo. E, per farlo, anziché lanciare un nuovo prodotto o acquisirne uno già affermato, sembra aver scelto di percorrere una strada differente, implementando funzionalità aggiuntive in WhatsApp, servizio già nelle sue mani da tempo.
Il rischio è però quello di snaturare l’applicazione, allontanandosi sempre più da quell’approccio iniziale che faceva della semplicità uno dei suoi tratti distintivi e dei principali punti di forza, che ha contribuito a rendere WA presente sugli smartphone di tutti coloro che conosciamo: uno strumento per la comunicazione intergenerazionale e accessibile.
Forte della base utenti installata a livello globale, Mark Zuckerberg regge ora il coltello dalla parte del manico ed è nella posizione per poter calare dall’alto le proprie decisioni, anche infischiandone di eventuali feedback negativi. Dopotutto, la difficoltà legata al voler cambiare app di messaggistica consiste proprio nel fatto che non può essere una scelta privata e personale: è necessario convincere il proprio entourage di contatti e, come sappiamo, non è mai cosa semplice.
Il filmato qui sopra illustra il funzionamento dei Canali di WhatsApp. Troveranno posto in una nuova scheda chiamata Aggiornamenti. La distribuzione è in corso.