Il Consumer Protection Cooperation (CPC) Network e la Commissione europea hanno inviato una seconda lettera a WhatsApp per chiedere maggiori informazioni sul modello di business e se ottiene profitti dai dati degli utenti. La risposta alla prima lettera non è stata considerata soddisfacente, quindi ora l’azienda deve rispondere entro il mese di luglio. Al momento non ci sono segnali di indagini o sanzioni.
WhatsApp deve fornire più informazioni
In seguito alle modifiche apportate nel 2021 ai termini d’uso e alla policy sulla privacy, la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC Network) e la Commissione europea aveva inviato a gennaio una lettera per chiedere informazioni su alcuni aspetti, in particolare sulle modalità usate da WhatsApp per comunicare le novità:
- In che modo WhatsApp garantisce che i consumatori possano comprendere le conseguenze dell’accettazione dei termini di servizio aggiornati
- In che modo WhatsApp utilizza i dati personali dei consumatori per scopi commerciali e se i consumatori comprendono che WhatsApp condivide questi dati con altre società di Facebook/Meta o terze parti
- In che modo WhatsApp garantisce che i consumatori possano rifiutare i nuovi termini di servizio, soprattutto perché le notifiche in-app persistenti spingono i consumatori ad accettare le rispettive modifiche
- Quali misure intende adottare WhatsApp nei confronti di quei consumatori che hanno già accettato i termini di servizio aggiornati sulla falsa presunzione che ciò fosse necessario per poter continuare a utilizzare l’applicazione
WhatsApp ha fornito un risposta a marzo, ma il CPC Network ritiene che non sia sufficiente. L’azienda ha ora un mese di tempo per dimostrare che i termini d’uso e la policy sulla privacy sono conformi al diritto dei consumatori dell’Unione europea. Didier Reynders, Commissario per la Giustizia, ha dichiarato:
WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che stanno accettando e come i loro dati personali vengono utilizzati per scopi commerciali, in particolare per offrire servizi ai partner commerciali. Ribadisco che mi aspetto che WhatsApp rispetti pienamente le norme UE che tutelano i consumatori e i loro diritti fondamentali.
Questa è invece la dichiarazione di un portavoce di WhatsApp:
L’aggiornamento del 2021 non ha modificato il nostro impegno per la privacy degli utenti o il modo in cui gestiamo il nostro servizio, incluso il modo in cui elaboriamo, utilizziamo o condividiamo i dati con chiunque, incluso Meta. Accogliamo con favore il riconoscimento da parte della Commissione europea di aver fornito agli utenti le informazioni necessarie sui nostri aggiornamenti, anche tramite le notifiche in-app e il nostro Centro assistenza. Stiamo esaminando la lettera del CPC e risponderemo a tempo debito.