Il futuro di Whatsapp e della messaggistica istantanea scatena discussioni e polemiche prima ancora che il miliardario piano di acquisizione da parte di Facebook venga messo in pratica. Si interessa ad esempio della questione l’Unione Europea, ventilando indagini per valutare le conseguenze dell’operazione sulla privacy dei netizen del Vecchio Continente.
Finora le istituzioni europee non si erano praticamente accorte dell’esistenza di Whatsapp, ma ora che il software è stato acquisito da Facebook il gruppo noto come Articolo 29 dice di avere già avviato un’indagine assieme a un’altra pratica aperta indipendentemente dalle autorità olandesi.
In teoria ciascuno dei 28 responsabili della protezione dei dati dei singoli paesi UE potrebbe aprire la sua indagine individuale, spiegano dal gruppo di lavoro, così da valutare le intenzioni di Facebook dopo aver acquisito – assieme a una piattaforma di IM – quasi mezzo miliardo di account utente da tutto il mondo comprensivi di numeri telefonici, email e quant’altro.
E mentre la UE indaga, il mercato delle applicazioni di messaggistica su rete telematica (mobile) si fa sempre più frammentario, ricco di possibilità di comunicazione e naturalmente di business per le aziende interessate. I software già presenti da tempo nel mercato come Google Hangouts si aggiornano per accrescere l’attrattiva verso gli utenti di gadget Apple, mentre Cupertino sente il bisogno di spiegare nei minimi dettagli come funzionano i meccanismi di sicurezza adottati da iMessage .
C’è ovviamente ampio margine di crescita anche per i nuovi protagonisti del settore come la giapponese LINE, azienda che si occupa di IM e comunicazione a tutto tondo nata in risposta al disastro nucleare di Fukushima e ora intenzionata a espandersi ulteriormente nel mondo con un nuovo piano di chiamate vocali a costi contenuti. Se anche Whatsapp sta valutando la possibilità di offrire chiamate vocali ai propri utenti, LINE ha un’arma segreta (almeno per il mercato giapponese): la società pianifica di monetizzare la mania tutta nipponica per emoticon e immaginette personalizzate aprendo un vero e proprio marketplace dove gli utenti potranno mettere in vendita gli sticker da essi stessi creati.
Alfonso Maruccia